Un nuovo sondaggio vede Luis Inacio Lula da Silva, più noto come Lula, saldamente in testa nella corsa alla carica di prossimo Presidente del Brasile. Le elezioni nel paese sudamericano si svolgeranno nell’ottobre del 2022.
L’ex presidente del Brasile Luis Inacio da Silva Lula sarebbe ampiamente in testa nella successione all’attuale leader del paese sudamericano, Jair Bolsonaro. A dirlo è una rilevazione dell’istituto Datafolha, che assicura a Lula il 48% dei consensi a fronte del solo 22% per Bolsonaro, alla caccia di una difficile rielezione. Le elezioni si terranno a ottobre 2022.
Lula, appartenente al Pt, il Partito dei Lavoratori, è stato Presidente del Brasile dal 2003 al 2010, quando il suo posto fu preso dalla sua collega di partito Dilma Rousseff. Le conseguenze della controversa inchiesta ‘Lava Jato‘, lo scandalo di corruzione che ha portato alla caduta della Rousseff e in cui è rimasto implicato anche lo stesso Lula, finito addirittura in carcere, hanno poi preparato il terreno alla vittoria elettorale di Bolsonaro nel 2018. A pochi mesi dal voto, sembra possibile una nuova alternanza tra i due poli opposti della politica brasiliana.
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Elezioni Brasile, sondaggio: dietro Lula il vuoto
Dietro Lula e Bolsonaro, il sondaggio prevede in terza posizione – accreditato del 9% – l’ex giudice ed ex membro del governo Bolsonaro, Sergio Moro, in forza al partito Podemos (niente in comune con la formazione politica spagnola). Dopo Moro, ci sono Ciro Gomes del Partito Democratico Laburista, con il 7% dei consensi, e Joao Doria del Partito della Socialdemocrazia brasiliana, con il 4%. Considerando l’8% che voterebbe bianco o nullo, per la legge elettorale del Brasile Lula andrebbe verso l’elezione direttamente al primo turno.
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A pesare su Bolsonaro è stata senza dubbio la gestione non positiva della pandemia, che nel paese latinoamericano ha causato circa 617mila vittime. Da segnalare come il sondaggio di Datafolha presenta più o meno gli stessi risultati previsti da un’altra rilevazione, realizzata dall’agenzia Ipec. Insomma, a meno di importanti stravolgimenti, la corsa elettorale sembra decisamente segnata.