Il noto capo della Curva Sud era a capo del giro di stupefacenti: dal suo ufficio gestiva acquisti e importazioni. Lucci è noto da tempo alle cronache giudiziarie. Diede un pugno a un tifoso interista che perse un occhio, e fu immortalato con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, per i 50 anni della Curva Sud il 16 dicembre 2018.
Luca Lucci esercitava una “indiscussa leadership” sul traffico di hashisc, marijuana e cocaina che inondava Milano. Il capo ultras del Milan – già protagonista delle cronache giudiziarie per aver colpito con un pugno un tifoso interista, che ha peso un occhio – è stato arrestato con atre 3 persone per traffico internazionale di droga. In tutto sono 9 le persone raggiunte da misure cautelari firmate dal gip Fabrizio Filice.
Secondo il gip, Lucci sarebbe stato “al vertice dell’organizzazione” e pianificava “l’attività illecita senza mai partecipare attivamente, impartendo direttive attraverso il software Encrochat, installato su un telefono cellulare Bq Aquaris” criptato in suo possesso e con “utenza telefonica olandese”.
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Il complice arrestato ha fatto il nome di Lucci
A fare agli investigatori il nome di Lucci è Francesco Marasco, anche lui coinvolto nel traffico i droga che viene arrestato nel marzo 2020 all’interno di una villetta di Briosco, nel comune di Capriano (Monza e Brianza). In auto in quell’occasione Marasco aveva 4 chili di hascisc. É lui, come si legge nell’ordinanza, a tirare in ballo il capo ultras nell’ambito del traffico internazionale di droga.
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Lucci, che i complici chiamavano “il pilastro grande”, gestiva “gli affari dal suo ufficio”, utilizzando un telefono sicuro. Il sistema è stato ‘bucato’ solo nei mesi scorsi dalla polizia francese in collaborazione con quella olandese. Ed è emerso, tra gli altri, il traffico di droga che portava a Milano hashish e marijuana dal Marocco e cocaina dal Brasile. Lucci però “non partecipa personalmente alle attività, pianificando tutto tramite il suddetto telefono cellulare”.
Lucci già dal 2008 al centro di indagini per droga
Già da 14 anni il nome di Luca Lucci era associato al mondo dello spaccio. Dal 2008 al 2011 Luca Lucci “è oggetto di segnalazioni di polizia inerenti il suo costante coinvolgimento nella filiera degli stupefacenti”. Il capo ultrà ha precedenti di polizia per porto abusivo di armi, lesioni gravissime, traffico di sostanze stupefacenti ed è stato destinatario di diversi Daspo.
Lo scorso luglio, con decreto emesso dal Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione – è stata disposta nei suoi confronti l’applicazione della misura di sorveglianza speciale con divieto di dimora nei comuni di Milano e Sesto San Giovanni per anni tre. Ed è anche stato disposto il sequestro del ritrovo dei tifosi rossoneri Clan 1899, che usava come base di spaccio.
Il nome del capo ultrà “è emerso in diverse indagini come soggetto implicato nel traffico di sostanze stupefacenti gestito dalla criminalità organizzata, essendo stato più volte segnalato quale affidabile intermediario ovvero acquirente di grossi quantitativi riservati alla vendita al dettaglio.