Charlene di Monaco, nuovo forfait della Principessa: crescono i sospetti sullo stato di salute. Al Principato tutto tace.
Non è questione di attaccarsi al cavillo, ma se manchi per mesi e rinunci persino agli eventi formali un sospetto che ci sia dell’altro c’è. Charlene di Monaco ha dato forfait, di nuovo, stavolta all’evento di Natale – organizzato come ogni anno dal Principato – che prevede la consegna dei doni ai bambini meno fortunati. Un appuntamento che segna anche l’entrata ufficiale per i Reali nelle festività natalizie: a discolpa della donna, va precisato che non c’erano neppure Alberto II e i suoi collaboratori.
A fare le veci di famiglia, ci ha pensato zia Stephanie che, assieme ai nipoti Jacques e Gabriella, ha ricoperto il ruolo di perfetta padrona di casa davanti all’opinione pubblica: baci, abbracci e strette di mano ai nipoti. La reputazione è salva, almeno per ora. Dato che i sospetti sullo stato di salute della Principessa aumentano: ormai è separata dalle attività di famiglia e la ragione non può essere soltanto un intervento di chirurgia plastica finito male.
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Charlene di Monaco, ancora un forfait della donna: i sospetti non si placano
Lo stato di salute della donna potrebbe dire ben altro: pagare eccessivamente l’abuso di psicofarmaci, per via della crisi coniugale – non confermata ma più che possibile secondo la stampa francese – con Alberto II. Un mix di circostanze, dubbi, possibilità attanaglia la quotidianità monegasca: occorre trovare una soluzione. Anche sul piano mediatico perchè se la donna interagisce sui social – come ha fatto per il compleanno dei figli con un post su Instagram – vuol dire che non è ridotta in fin di vita.
E già questo è un bene, dato che molti (tabloid inclusi) avevano iniziato a temere il peggio. Se non è (solo) la salute il problema, allora potrebbe esserci dell’altro: la volontà di tenere lontano ogni problema, c’è chi ipotizza che sia ricoverata in una clinica psichiatrica, ma anche chi ritiene che abbia voluto allontanarsi da Alberto II per problemi di coppia. I pezzi di un puzzle che non torna, con il perenne senso di incompiutezza che rischia di lasciare il passo all’impotenza. L’ultimo stadio sono i rimorsi, nella speranza di non arrivarci.
