Sono 1400 i lavoratori di Air Italy, tra Sardegna e Lombardia, che verranno licenziati a giorni. A meno che governo o soci proprietari dell’azienda non intervengano. Intanto, però, la riunione prevista per questa mattina al Ministero dello Sviluppo Economico non ha portato a nulla di fatto. In ESCLUSIVA, al quotidiano online Free.it, Omar Trudu, delegato della USB che ha partecipato al tavolo.
La riunione al Mise è finita da meno di mezz’ora ma non c’è stato nessun passo avanti nella vertenza di Air Italy. L’azienda, di proprietà Qatar Airways e Alisarda di Karim Aga Khan, sta per licenziare quasi 1400 persone. Le lettere sono già pronte e intanto il governo non ha dato nessuna risposta ai lavoratori. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it il delegato della USB di Air Italy, Omar Trudu, che ha partecipato alla riunione.
Com’è andato l’incontro al Mise?
“Niente di fatto dalla riunione al ministero. Per adesso sono rimaste le posizioni della volta scorsa. L’azienda si rifiuta di prorogare la cassa e il governo prende tempo per vedere quali spazi ci sono. Quindi, insomma, questa riunione non ha avuto per niente un esito positivo. Anzi, si ha la sensazione che si stia brancolando proprio nel buio”.
A questo punto, qual è la vostra posizione?
“Noi prendiamo atto del fatto che il governo ha chiesto tempo, probabilmente in previsione dell’approvazione della legge di bilancio. Però al momento, sinceramente, nessuno si è sbilanciato. Non sappiamo quali intenzioni abbiano le istituzioni. Oggi ci aspettavamo che arrivassero con qualcosa in mano e invece si sono presentati senza un’idea. E questo è già un fatto di per sé abbastanza grave. A distanza di 15 giorni dalla fine della cassa integrazione non si può non sapere come agire. C’è poco tempo, ci sono 1.400 famiglie che sono in estrema difficoltà”.
Cosa vi hanno detto?
“L’azienda si è impegnata per lo meno a non mandare le lettere di licenziamento fino al 31 dicembre. Ma sono pochi giorni, vista anche la complessità della vertenza. Insomma, non è tollerabile che si affrontino le cose in questo modo. L’istituzione qua è latitante. Questa è una vertenza complessa e si rischia un licenziamento di massa. Per questo chiediamo che anche i governatori della Sardegna e della Lombardia intervengano nella questione”.
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Adesso cosa pensate di fare?
“Sicuramente faremo qualcosa. La sensazione è che il governo continuerà su questa strada un po’ troppo, come dire, attendista. Magari sperando che i soci cambino idea sui licenziamenti. Invece è necessario che il governo intervenga con decisione. Noi intanto sicuramente torneremo a manifestare prima ancora che arrivino le convocazioni per nuovi eventuali incontri”.
Domani parteciperete allo sciopero generale?
“No, noi come USB non parteciperemo allo sciopero della Cgil. Ma abbiamo già un’altra manifestazione organizzata dal sindacato di base. E’ comunque uno sciopero contro le politiche del governo”.
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