L’Afghanistan sta affrontando una crisi economica e sanitaria di proporzioni spaventose. Migliaia di bambini rischiano di morire di freddo e di fame. Le famiglie sono costrette a fare scelte dolore. Save the Children lavora nel Paese e racconta a Free.it la situazione.
L’Afghanistan è in mano ai talebani da settembre, ma tutto quello che avevano promesso, ovviamente, non si è realizzato. Anzi, il Paese è precipitato in una crisi economica devastante e la situazione peggiora di giorno in giorno. Le cose sono rese difficili dagli stessi talebani, che bloccano l’arrivo degli aiuti internazionale. Il risultato è che la popolazione afgana è allo stremo. In particolare, sono i bambini a subire le conseguenze più pesanti della situazione.
Secondo le stime, infatti, quasi 800milla bambini non hanno un tesso sulla testa durante la stagione invernale, che in Afghanistan è particolarmente rigida. Soprattutto nelle aree rurali. Inoltre, 8,6 milioni di bambini non hanno coperte a sufficienza o una forte di riscaldamento e rischiano di morire congelati. A raccontare la tragica situazione è Save the Children, che proprio in Afghanistan lavora per cercare di aiutare i più piccoli.
“In Afghanistan, milioni di bambini che hanno già vissuto tutta la loro vita in guerra e ora sono spinti sull’orlo della fame. Inoltre, rischiano di ammalarsi o morire visto che le temperature scendono ben al di sotto dello zero. E migliaia di famiglie non potranno permettersi il carburante per riscaldarsi quest’inverno”. Sono le parole di Nora Hassanien, direttrice di Save the Children in Afghanistan. “Gli sforzi umanitari sono ostacolati da sanzioni e politiche antiterrorismo, che impediscono agli aiuti di arrivare alle famiglie che ne hanno disperatamente bisogno. Dobbiamo agire subito per fornire ai bambini l’aiuto salvavita di cui hanno bisogno per sopravvivere all’inverno”.
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Purtroppo molti bambini sono già morti di fame. Il problema, infatti, è anche la grave carestia che sta colpendo il Paese. Non solo la capitale Kabul, ma anche e in particolare gli altri distretti e le regioni più rurali. Soprattutto le aree sotto le montagne, dove i rifornimenti tardano ad arrivare e le temperature sono ancora più basse. Save the Children sta aiutando più di 26.000 famiglie in nove delle province più colpite. Fornisce coperte, vestiti caldi e mezzi e combustibile per riscaldarsi ma non è sufficiente.
“Secondo le stime oltre il 97% della popolazione scenderà al di sotto della soglia di povertà entro la metà del prossimo anno”, ha raccontato ancora Nora Hassanien. La disperazione sta spingendo molte famiglie a fare scelte dolore, come quella di cedere qualcuno dei figli in cambio di soldi. Le mamme sono costrette ad abbandonare un figlio per non far morire gli altri. Così è la vita in Afghanistan. “La situazione è veramente molto difficile”, racconta Thomas Howells, direttore di Save the Children in Afghanistan. “Ci sono famiglie che devono decidere quale dei figli sacrificare e non è tollerabile che accada ancora, nel 2022”.
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Save the Children denuncia da tempo la situazione e lancia un appello per aiutare la popolazione afgana. Dopo che le ultime truppe straniere hanno lasciato di fretta e furia il Paese, a fine agosto, l’attenzione sull’Afghanistan è crollata. Eppure, è proprio subito dopo, quando i talebani hanno occupato tutte le cariche pubbliche, che la crisi si è aggravata. Da tutti i punti di vista. Economica, sociale, sanitaria. Basti pensare, ad esempio, che con il taglio dei finanziamenti internazionali, ora mancano operatori sanitari e servizi. I fondi, infatti, servivano per finanziare la maggior parte degli ospedali e cliniche del Paese dell’Afghanistan.
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