Green Pass valido e positività al Covid-19. Il caso di almeno 100mila italiani contagiati dal virus e liberi (nella pratica) di circolare liberamente. Il Ministero della Salute corre ai ripari e studia la modifica dell’attuale normativa sulla certificazione verde.
Sono oltre 100mila le persone positive in Italia che potrebbero tranquillamente circolare sul territorio. Con un Super Green Pass perfettamente valido avrebbero accesso a ristoranti, cinema e palestre. Il motivo? Attualmente, nel nostro Paese, non è prevista la revoca temporanea del certificato verde. In caso di controlli incapperebbero, come tutti, nelle normali sanzioni previste. In caso contrario sarebbero liberi di uscire di casa in quanto il loro Green Pass sarebbe considerato assolutamente in regola dall’app VerificaC19.
Ma la piattaforma del Ministero della Salute in cui si registrano le accertate positività da tampone non è collegata a quella di verifica dei certificati verdi. Per cui se una persona vaccinata, in possesso del Super Green Pass, dovesse poi scoprirsi positiva al Covid-19 a seguito di tampone non vedrebbe revocato la propria certificazione.
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Stando a quanto riferito da fonti di Governo il Ministero della Salute starebbe studiando una revoca temporanea del certificato per tutti coloro che dopo il rilascio risultano positive al Covid-19. Al momento questa misura non è prevista dalle normative in nessun Paese europeo, fermo restando il fatto che un positivo che viola la quarantena commette un reato punibile.
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“I nostri uffici stanno lavorando a un meccanismo di revoca automatico“, fa sapere il Ministero della Salute sottolineando che, naturalmente, chi viene trovato positivo al Covid-19 è tenuto per legge a rispettare l’isolamento domiciliare fino a tampone negativo, o comunque per 21 giorni in assenza di sintomi. Insomma, ci si affida al senso di responsabilità dei cittadini. In ogni caso, si tratta di una lacuna normativa non di importanza marginale che il Governo spera di colmare in breve tempo attraverso un nuovo decreto che dovrà necessariamente essere approvato dal Garante della Privacy.
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