Il 16 dicembre si parte con le vaccinazioni ai bambini della fascia 5-11 anni. Il via libera è arrivato anche dal Governo e il ministro Speranza ha invitato le famiglie a informarsi per vaccinare i propri figli contro il Covid. Ma quali sono i dubbi che in queste ore attanagliano i genitori? Lo spiega in ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, Rocco Russo, coordinatore tavolo tecnico vaccinazione società italiana di pediatria.
Si chiama Comirnaty ed è il vaccino che è dedicato ai bambini nella fascia 5-11 anni. Il via libera è arrivato con un circolare del Ministero della Salute e si parte il 16 dicembre. Saranno due somministrazioni intramuscolari a distanza di 21 giorni l’una dall’altra. Ma in questi giorni i pediatri sono subissati di domande dei genitori, che ancora non hanno preso una decisione. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, chiarisce i dubbi Rocco Russo, coordinatore tavolo tecnico vaccinazione società italiana di pediatria.
Quali sono le domande più frequenti dei genitori?
“Le domande sono legate esclusivamente ai dati di sicurezza della somministrazione del vaccino e alle motivazioni che stanno alla della decisione di vaccinare i bimbi. Il dubbio viene dall’idea che i bambini non appartengono a una categoria a rischio”.
Che risposta date?
“Per quanto riguarda i dati di sicurezza, noi pediatri sosteniamo che la vaccinazione è sicura. E’, infatti, approvata degli organi regolatori, nel rispetto delle norme procedurali. Ma soprattutto mostriamo i dati legati all’esperienza di altri Paesi. L’America, per esempio, che ha vaccinato più di 5 milioni di bambini nella fascia 5-11 anni. Israele, che ha vaccinato più di 60.000 bambini. E fortunatamente da nessuna parte ci sono stati segni e manifestazioni cliniche post vaccini. Nulla che possa indurci a non ritenere i benefici del vaccino superiori ai rischi dell’infezione da Covid. Per quanto la questione relativa al motivo, c’è un problema di fondo: si pensa che il rischio di malattia da Sars cov 2 nel bambino sia zero. Ma non è vero”.
Avete casi di bambini che sono stati molto male per il Covid?
“Abbiamo casi di bambini che sono stati coinvolti dall’infezione con complicanze rilevanti. Come la malattia infiammatoria sistemica cronica. Abbiamo avuto bambini che sono andati in terapia intensiva, abbiamo avuto bambini che sono anche deceduti. Quindi, avere la possibilità di poter beneficiare di un vaccino con un’efficacia riportata del 90,7%, ci permetterà sicuramente di abbattere in misura rilevante il rischio di eventuali complicazioni nei bambini”.
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Secondo lei, dal 16 dicembre ci sarà una buona risposta?
“Questo non lo so. Non posso garantire al mille per mille che ci sarà una buona risposta. Certamente ci sono delle perplessità ed è ovvio che il nostro compito di pediatri e quello di sostenere questi genitori su queste scelte. Ovviamente i genitori si trovano in un momento di difficoltà da questo punto di vista, comprendiamo benissimo questo momento di difficoltà”.
Che informazioni state fornendo alle famiglie in questi giorni?
“Come società italiana di pediatria stiamo mettendo in atto tutta una serie di interventi a sostegno dei genitori noi. Abbiamo realizzato dei poster per spiegare la situazione e per illustrare i valori della vaccinazione. Abbiamo fatto dei webinar, così che le famiglie potessero confrontarsi in diretta e abbiamo preparato le FAQ, disponibili sul nostro sito. Servono per chiarire in maniera anche scientifica quali sono i motivi a sostegno di della vaccinazione dei bambini nella fascia 5 11 anni. Rispondiamo quotidianamente a decine di mail da parte dei genitori che chiedono informazioni. E’ ovvio che è un processo lungo ma noi pediatri siamo pronti a fare la nostra parte”.
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