Morandi-Ranieri, i due tornano al Festival di Sanremo. La rivalità fra i cantautori, però, non comincia oggi: tracce di un passato indelebile.
Il Festival di Sanremo 2022 strizza l’occhio alla storia, Amadeus ha messo insieme un gruppo variegato di big: dai giovani ai veterani della musica italiana, passando per quelli che hanno fatto la storia della kermesse. Iva Zanicchi, Donatella Rettore, Elisa. Solo per fare alcuni nomi.
Andando ulteriormente indietro nel tempo, possiamo scorgere con facilità che quella tra Gianni Morandi e Massimo Ranieri non è una rivalità che comincia oggi. I due, colleghi stimati, sono sempre stati agli antipodi: l’uno contro l’altro artisticamente, a scandire un’epoca.
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Lo stesso vale per Beatles contro Rolling Stones, lungi da qualsiasi paragone. Oppure Heather Parisi contro Lorella Cuccarini, nonostante abbiano tentato – con scarsi risultati – di farle convergere (televisivamente) qualche anno fa con l’esperimento “Nemica amatissima”.
Poi si è scoperto che amatissima non lo era affatto, dietro le quinte c’era un’acredine piuttosto elevata risultata evidente anche sui social. Serve anche questo, perchè il successo non si fa solo con la concordia, infatti la “civil war” Ranieri-Morandi già scalda gli animi al solo pensiero: le nonne d’Italia, ma anche semplicemente gli adulti con qualche capello bianco in più, sono pronti a saltare sulle sedie.
In atto una vera e propria rivoluzione che comincia, nella fattispecie, negli anni Settanta. Forse qualcosa prima, ma di certo Canzonissima ’72 ha segnato nell’immaginario collettivo un confine: Morandi o Ranieri, gli opposti che attraggono. Attirano gente, famiglie e persone. Una folla pronta a lasciare qualunque cosa per accendere la tv e capire chi l’avrebbe spuntata. Oggi, nei tempi dello streaming, non cambia.
Infatti ci chiediamo cosa sarà di questa edizione che attinge dai classici per guardare avanti: Morandi spalleggiato da Jovanotti, Ranieri solo. Nel senso che porta una canzone sua. La differenza la farà l’atteggiamento: sappiamo bene che l’Ariston, anche grazie ai Maneskin, è una vetrina importantissima. Forse ha ritrovato il successo e l’attesa delle prime edizioni. Quando a contare non era solo il glamour e lo spettacolo, ma anche e soprattutto la musica. Duelli all’ultima nota, in grado di segnare un’epoca: certi rappresentati, però, sono senza tempo.
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