Patrick Zaki, si terrà domani a Mansura, in Egitto, la terza udienza del processo a carico dello studente egiziano dell’Università di Bologna. Zaki è stato arrestato 22 mesi fa con l’accusa di diffusione di false informazione attraverso articoli giornalistici.
Un’udienza che potrebbe rivelarsi decisiva. La terza del processo a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna al suo 668esimo giorno di carcere per aver diffuso false informazioni tramite articoli giornalistici. Come comunicato da un suo legale l’udienza di domani servirà per presentare una memoria difensiva preparata grazie all’accesso agli atti ottenuto nella seduta risalente allo scorso 28 settembre.
Il Giudice Monocratico della Corte di Sicurezza dello Stato per i reati minori della città natale di Zaki, oltre a proporre eventuali repliche alla memoria, potrà decidere di aggiornare nuovamente l’udienza oppure pronunciare sentenza di condanna o assoluzione inappellabile. Il trentenne attivista, trasferito da poco dal carcere di Tora al Cairo a quello di Mansura, rischia fino a 5 anni di carcere.
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Patrick Zaki, presenti all’udienza diplomatici italiani
Alla terza udienza del processo a carico di Patrick Zaki presenzieranno, come è sempre accaduto finora, diversi diplomatici italiani. E, su richiesta dell’Ambasciata Italiana, anche rappresentanti diplomatici di altri Paesi, che monitoreranno l’andamento del processo. “La speranza è che un Giudice riconosca, dopo quasi due anni, l’infondatezza delle accuse di diffusione di notizie false“, ha spiegato il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury.
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La Polizia egiziana ha arrestato Patrick Zaki il 7 febbraio del 2020. Il trentenne attivista era appena tornato in Egitto per trascorrere qualche giorno di vacanza. La misura restrittiva della custodia cautelare era stata giustificata con le accuse di propaganda sovversiva per 10 post pubblicati su Facebook. Il rinvio a giudizio è stato, invece, confermato sulla base del reato di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese”, a causa di 3 articoli giornalistici scritti da Zaki. Uno di questi articoli, risalente al 2019, raccontava le persecuzioni dell’Isis a danno dei cristiani egiziani.