“Quando si parla di Roma c’è sempre una grande emozione. Cosa manca? Per vincere servono i giocatori, un allenatore importante e una società che ti fa sentire a casa. Non disprezzo la rosa attuale, ma non ci sono campioni”. Queste le parole di Francesco Totti durante la conferenza stampa di presentazione come nuovo Global Brand Ambassador di Digitalbits, azienda Main Sponsor del club capitolino.
Sabato è tornato all’Olimpico, per seguire la Roma, a 769 giorni di distanza dall’ultima volta. Quando sul maxischermo è comparsa l’immagine di Francesco Totti è scattata la standing ovation, come da copione. Allo stadio erano presenti anche Dan e Ryan Friedkin: è stata la prima volta che i tre si sono incontrati, almeno pubblicamente. Timidi segnali di riavvicinamento tra l’ex dieci e la società capitolina? Oggi un nuovo tassello. Un altro indizio che porta verso questa direzione è rappresentato dalla nomina di Totti a Global Ambassador di Digitalbits, la società che da quest’anno si è legata alla Roma in qualità di Main Sponsor.
“Dialogo con la Roma? Se dovessimo parlare di futuro non so cosa mi riserverà, tramite Digitalbits forse avrò maggiori occasioni per parlare con la società, ma sono cose completamente diverse. Friedkin? L’ho salutato sabato allo stadio prima della partita. Sicuramente quando si parla di Roma c’è sempre una grande emozione. Da tifoso dico che non stiamo attraversando un grande momento, ma se non sei della Roma non soffri. Siamo abituati a queste annate altalenanti ma sono sicuro che sia la società che il mister vogliono far tornare a sorridere noi tifosi. Questa città merita palcoscenici più importanti. Diamo tempo, ristretto, per tornare a vedere la Roma anche in campo internazionale e fare le nostre belle figure”, ha spiegato l’ex dieci giallorosso.
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Sulla Roma ha già detto tutto, anni di dichiarazioni volte a sottolineare la diversità di una piazza sui generis (lo sport è una cosa, il calcio un’altra, la Roma un’altra ancora). Passionale ma difficile da gestire, a tratti turbolenta. Una piacevole anomalia nel panorama delle tifoserie sportive. “La Roma è stata la mia prima casa. Io lo posso dire ‘la mia Roma’ e ne vado orgoglioso. Non faccio riferimenti a niente. Cosa farò tra 10 anni? Già sono diverso oggi, non so fra dieci anni, spero di fare cose che mi arrivino da dentro, di farle con voglia, determinazione e istinto. Quello che mi riserva il futuro non lo so, ma ogni cosa la faccio con dedizione, rispetto e voglia”, precisa Totti.
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La ricetta per uscire dalle crisi rimane valida ancora oggi, serve organizzazione a livello societario, ma soprattutto qualità nei piedi di chi scende in campo: “Per vincere servono i giocatori, un allenatore importante e una società che aiuta e ti fa sentire a casa. La cosa primaria sono i giocatori, è una necessità. Non voglio disprezzare la squadra che abbiamo adesso, è una rosa con giocatori importanti, non ci sono i campioni ma giocatori che possono fare bene in un contesto di squadra, i campioni da soli non riescono a vincere“, conclude.
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