Torture, pestaggi, violazioni dei diritti fondamentali. Le carceri arabe sono al centro di un’inchiesta del Sun. Amnesty International invita il regime di Mohammed Bin Salman a cambiare atteggiamento nei confronti dei detenuti.
“Abbiamo documentato gravi violazioni dei diritti umani nella detenzione di migranti nelle carceri di tutta l’Arabia Saudita: i detenuti, compresi i bambini, mancavano di cibo, acqua, assistenza sanitaria, strutture igienico-sanitarie e vestiti in celle sovraffollate“. A parlare al Sun Online è Dana Ahmed, di Amnesty International. Nelle carceri dell’Arabia Saudita secondo l’organizzazione umanitaria avverrebbero ogni giorno pesanti violazioni dei diritti dei detenuti.
Molti detenuti sarebbero costantemente frustati, e spesso tra i reclusi si svilupperebbero focolai di malattie dovuti alle cattive condizioni igieniche. A soffrire maggiormente sarebbero le attiviste per i diritti delle donne, i detenuti politici e i migranti. Negli istituti penitenziari, riporta il Sun allegando anche numerose foto, si verificherebbero torture a base di scosse elettriche, pestaggi, privazione del sonno, obbligo di sedersi in posizioni scomode. Talvolta i detenuti sarebbero appesi a testa in giù.
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Orrore nelle carceri saudite, Amnesty: “Riad fermi le torture e migliori condizioni detenzione”
Negli ultimi tempi, con un intervento importante soprattutto in ambito sportivo (si pensi al recente acquisto del club di Premier League inglese del Newcastle), l’Arabia Saudita sta cercando di migliorare la sua immagine internazionale. Proprio oggi si corre il primo Gp di Formula1 nel paese. Ma l’inchiesta del Sun mostra come tante pratiche del regime di Mohammad Bin Salman (basti pensare al ‘caso Khashoggi‘, il giornalista ucciso nel 2018 in Turchia dai servizi segreti di Riad), siano decisamente incompatibili con lo status ricercato da Mbs a livello internazionale.
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Migliaia di persone, negli ultimi anni, sarebbero infatti sparite nelle carceri saudite, inghiottite da un vero e proprio ‘buco nero’, come definito dal Sun. Il regime, secondo Amnesty, dovrebbe porre fine agli abusi polizieschi e migliorare “immediatamente e in modo significativo le condizioni di detenzione, fermando la tortura e altri maltrattamenti, garantendo che i detenuti abbiano accesso a cibo, acqua, servizi igienici, assistenza sanitaria, alloggio e vestiti adeguati“.