A poche ore dalla morte di Davide Giri e del suo ferimento, parla Riccardo Malaspina. Il ricercatore di Perugia, colpito dal 25enne Vincent Pinkney poco dopo l’omicidio di Giri, lascerà a breve l’ospedale dove è ricoverato.
“Mi ha colpito senza dire nulla, nel più completo silenzio. Non abbiamo avuto alcun tipo di dialogo. Ha cercato di ferirmi il più possibile, in maniera molto veloce. Sembrava un raptus”. A parlare è Riccardo Malaspina, il ricercatore perugino ferito ad Harlem poco dopo l’omicidio di Davide Giri. Malaspina è riuscito a sopravvivere con molta fortuna, difendendosi prendendo a calci il suo aggressore, come riportato dal Messaggero.
“Ero fuori da un locale con un amico. Siamo usciti, erano le undici. Tornavamo verso casa. Quello sconosciuto mi ha sorpreso e colpito alle spalle. Cinque, sei colpi. Io mi sono difeso con i piedi“, ha aggiunto Malaspina, che ammette di aver “temuto di morire“. Il 27enne non conosceva Giri, ma ha condiviso con lui lo stesso incubo: “All’ospedale mi hanno detto che c’era stata un’altra aggressione a uno studente italiano, mi ha sconvolto. Solo sabato ho saputo dell’esito tragico, una cosa terrificante“.
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Morte Davide Giri, Malaspina lascerà a breve l’ospedale
Il 27enne, attualmente ricoverato al Mount Sinai Morningside, è in condizioni stabile e dovrebbe lasciare a breve l’ospedale. Il suo assalitore, lo statunitense Vincent Pinkney, membro di una gang locale, è stato arrestato nei pressi di Central Park poco dopo l’accoltellamento di Malaspina. “Inizialmente, non mi sono reso conto del taglio, forse per l’adrenalina. Ha cercato di colpirmi da sopra. Sono riuscito a respingerlo un minimo con i piedi, ma è riuscito a ferirmi. Non so in quale momento, ma ho tre tagli abbastanza importanti sulla schiena“, ha spiegato Malaspina.
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Il ricercatore, negli Usa per un periodo di sei mesi di studio alla Columbia University, ha poi spiegato come Pinkney “sia andato via da solo. Io ho urlato, chiedendo aiuto, e lui ha iniziato a correre. Si sono fermate alcune persone che mi hanno aiutato, chiamando ambulanza e polizia“. Nessun motivo razziale comunque alla base dei fatti, secondo Malaspina: “Non ci ha aggredito perché italiani, è stato puro caso. Non poteva saperlo. Penso sia stato un raptus, di una persona che suppongo abbia problemi psichiatrici. Non credo che la nazionalità fosse il movente”.