Eitan, il bimbo di 6 anni sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, è rientrato in Italia con gli zii Aya Biran e Or Nirko e le cuginette. Gli agenti che lo hanno accompagnato a casa, alle porte di Pavia, hanno detto che era “Stanco per il viaggio ma felice”.
Era stanco per il viaggio, ma “molto sereno e felice di essere tornato a casa”, il piccolo Eitan e “felice” per essere di nuovo a Travacò Siccomario era anche la zia Aya. Così descrivono il viaggio dall’aeroporto di Orio al Serio fino alle porte di Pavia gli agenti della squadra mobile che li hanno accompagnati a bordo di un Suv bianco. In un secondo fuoristrada nero viaggiavano lo zio Or Nirko e le cuginette e a chiudere il corteo, un terzo suv scuro. Eitan è stato portato in casa in braccio dal vice ispettore Andrea Lenoci e la zia Aya, prima di entrare, ha abbracciato gli agenti. Poi il cancello si è chiuso e il bambino ha potuto riabbracciare i nonni paterni, che da 84 giorni aspettavano il suo ritorno.
il viaggio verso casa per Eitan è iniziato con altro distacco. Dopo aver salutato i nonni materni Schmuel Peleg e Esther Cohen, indagati a Pavia per il suo rapimento, il bimbo si è imbarcato per l’Italia. Il volo su cui viaggiava con gli zii e le cuginette è decollato poco dopo le 19 (ora locale, le 18 in Italia) dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. All’arrivo a Orio al Serio, intorno alle 22, ad aspettarlo c’erano giornalisti e telecamere. La famiglia Or Biran, però, non è entrata nel terminal dello scalo. Le auto della squadra mobile li aspettavano sulla pista, pronte a riportarli a Pavia.
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Rispettare la privacy di Eitan
Adesso, dopo quasi tre mesi lontano da casa, la zia Aya chiede che venga rispettata la privacy del nipote e che gradualmente possa tornare alla normalità. Un appello che ha affidato ai suoi legali, gli avvocati Grazia Cesaro e Cristina Pagni che “auspicano che si spengano i riflettori sulla vita privata del bambino a tutela della privacy e della riservatezza e si apra per lui una nuova fase che permetta un percorso di crescita più sereno, ancora più necessario se si considera la terribile tragedia te lo ha coinvolto. Da ora – aggiungono – impegniamoci tutti per permettere ad Eitan di riprendere la sua vita il bambino di sei anni”.
Adesso Eitan potrà tornare “alla sua routine, a tutti i suoi contesti medici, terapeutici ed educativi ai suoi amici del quartiere e alla scuola, alla comunità in cui è cresciuto , e al suo adorato gatto Oliver”, ha fatto sapere un portavoce della famiglia Biran.
I preparativi per Eitan a Travacò
A Travacò Siccomario i preparativi per il ritorno di Eitan sono andati avanti tutta la giornata. La luce della cucina, al secondo piano della villetta di mattoni rossi della famiglia, è stata accesa per tutto il pomeriggio. Le imposte erano rimaste chiuse per diverse settimane. Anche il nonno paterno ha lavorato per ore intorno a casa. Ma l’attenzione di tutti – familiari, concittadini e autorità – adesso è soprattutto volta tutelare la privacy di Eitan. E dargli modo di ritrovare uno scampolo di serenità.
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Nessuna festa per Eitan, ma un abbraccio virtuale
“Siamo felici dell’epilogo, felici che Eitan torni in Italia come secondo noi doveva essere, ma saremo ancora più felici quando lo vedremo giocare saltellare con e come tutti gli altri bambini”, dicono Pino Ciurleo e Elena Milanesi, titolari della tintoria e sartoria proprio di fronte a casa degli zii paterni. Perché Eitan ritrovi il sorriso, la zia Aya ha chiesto soprattutto discrezione e rispetto. Il giardino di casa è protetto dagli sguardi dei curiosi da teloni verdi. Anche i clienti e i gestori del bar ristorante a pochi passi da casa, dove Eitan ha festeggiato il compleanno senza i genitori, sono pronti a tutelare ad ogni costo il bambino dalle troppe attenzioni non desiderate. E lo stesso vale per tanti concittadini.
Il loro abbraccio “affettuoso e di cuore”, per il momento “sarà virtuale, non di presenza”, chiarisce la sindaca del paese, Domizia Clensi. “Mi auguro che Eitan possa tornare tornare nella casa degli zii, entrare e uscire senza avere addosso gli occhi di tutti – aggiunge – perchè è stato tanto al centro dell’attenzione. Forse un po’ troppo per un bambino così piccolo”.
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La zia Aya, la vera ‘eroina’
Un pensiero condiviso anche dal sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi, che dopo il crollo della funivia si è subito mobilitato per Eitan, anche con una raccolta fondi, e che è sempre stato al fianco della zia Aya. “È lei la vera eroina di tutta questa storia”, dice. “Eitan è come se fosse mio figlio. Adesso ha bisogno di tanto amore, di calore e soprattutto di tranquillità. Va trattato bene”, prosegue Fracassi, che chiede di spegnere i riflettori su di lui, per permettergli di riprendere la sua vita nel punto in cui – due giorni prima di iniziare la scuola – si è interrotta. Presto tornerà in classe, all’Istituto Maddalena di Canossa a Pavia, dove sono iscritte anche le cuginette. I compagni lo aspettano e finalmente potrà usare quello zaino – coloratissimo e con le ruote – che aveva scelto nella cartoleria vicino casa pochi giorni prima del rapimento.