Stavano provando a costituire la nuova Mala del Brenta, ma il gruppo è stato fermato nel nord-ovest: 39 le misure cautelari emesse dal tribunale di Venezia.
La Mala del Brenta è una organizzazione che dagli anni Settanta agli anni Novanta terrorizzò diverse zone del nord-est della Penisola. Il gruppo aveva deciso di ripartire, ma i carabinieri del Ros di Padova, Rovigo, Treviso e Venezia hanno fermato decine di persone. Sarebbero 39 le misure cautelari emesse dal tribunale di Venezia: le accuse vanno da associazione a delinquere a detenzione d’armi, dall’estorsione alla rapina, passando per spaccio e usura.
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L’indagine denominata “Papillon” è partita grazie al lavoro della Dda e antiterrorismo di Venezia, scoprendo l’esistenza di elementi che facessero propendere verso una ricostituzione della nuova Mala del Brenta. Tutto questo è accaduto in seguito alla scarcerazione di alcuni esponenti. Il blitz sarebbe avvenuto in diverse province tra cui anche quelle di Cuneo, Padova, Rovigo, Siena, Treviso e Venezia.
Indagine Papillon e l’organizzazione della nuova Mala del Brenta
Sarebbero circa 40 le misure cautelari, una ottantina gli indagati. All’origine vi sarebbero diverse rapine e attività di spaccio. L’operazione è partita durante le prime ore di martedì 30 novembre 2021 in diverse province italiane. Le perquisizioni dei carabinieri del Ros hanno permesso di scoprire in un’abitazione di Marghera, luogo in cui si detenevano armi di ogni genere tra cui fucili a canne mozze e kalashnikov.
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Il gruppo aveva deciso di ripartire con il controllo e la gestione dei flussi turistici nella zona lagunare veneta e non solo. L’indagine è partita dal 2015 dopo la liberazione di alcuni esponenti della Mala del Brenta della zona di Mestre. Nuovi dettagli saranno intanto forniti durante una conferenza stampa, programmata alle ore 11 di martedì 30 novembre 2021, presso il palazzo di giustizia di Venezia.