L’imprenditore farmaceutico, già arrestato a maggio scorso per aver drogato e violentato una studentessa, era attivo come ‘predatore’ da molti anni. Il suo comportamento per il gip appare “costante” già dal 2008 e si era fatto via via sempre più “spregiudicato”. Ecco perchè.
I primi tentativi Antonio Di Fazio li aveva fatti sulla ex moglie. Anche lei, a partire dal 2008, era stata drogata e poi violentata dall’imprenditore farmaceutico, finito in carcere a maggio e raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per altre 4 violenze e per il tentato omicidio della ex consorte.
La “serialità delle condotte” dell’imprenditore è “costante almeno a partire dal 2008“, scrive il giudice per le indagini preliminari di Milano Chiara Valori nella nuova ordinanza a carico del 50enne, chiarendo anche che il suo comportamento è diventato anzi “progressivamente sempre più spregiudicato, pervasivo e violento“. E allo stesso tempo “più subdolo e raffinato, proprio allo scopo di indurre le vittime in uno stato confusionale mentale tale da impedire loro di ricordare” e qualsiasi “reazione”.
Negli atti si evidenzia la sua “perversione”. I suoi comportamenti si sono fatti “seriali”, e caratterizzati da “un modus operandi progressivamente affinato nel tempo, forse proprio grazie alla maturata acquisizione della consapevolezza della resistenza che le vittime hanno incontrato nel denunciare”.
Anche le fantasie malate di Di Fazio andavano avanti da tempo: “L’analisi forense del computer Notebook Acer Aspi re V3 sequestrato al Di Fazio ha evidenziato come sin dal 2016 questi abbia frequentemente effettuato ricerche sul web utilizzando come stringa di ricerca: ‘ragazza addormentate/narcotizzate con il cloroformio’, segno evidente di un preciso e perverso interesse dell’indagato a vicende quali quelle che vengono di seguito descritte”.
Tutte le ragazze avevano paura di denunciare Di Fazio. Per intimidirle, l’uomo si serviva di un amico “pluripregiudicato” e “contiguo” alla criminalità organizzata “ndranghetista” per minacciarle. A maggio scorso l’uomo si sarebbe appostato fuori dal Palazzo di Giustizia per seguire una delle giovani “con lo sguardo con fare minaccioso, incutendo timore”. L’uomo era stato visto da un’altra giovane “una volta all’interno degli uffici di Global Farma” e aveva con se una borsa con una pistola. L’uomo è stato poi poi identificato “in Nicola La Valle”: sempre lui, secondo la donna, ha avvicinato la sorella della vittima. “Numerosi – scrive il gip – sono risultati i suoi contatti almeno telefonici con il Di Fazio e la sua presenza presso gli uffici della Global Farma”.
Anche un’altra delle donne, “drogata e abusata per giorni” e il cui caso insieme agli altri è riportato nell’ordinanza, ha raccontato agli inquirenti che un altro conoscente di Di Fazio l’avrebbe “contattata” proprio il giorno dopo la “cattura dell’indagato”, il 21 maggio. E ha cercato di “convincerla a non sporgere denuncia”.
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Da qui il pericolo di inquinamento delle prove anche perché, spiega il gip Valori, si avvicina “la data prevista per la deposizione testimoniale di quattro delle persone offese in incidente probatorio“, il 17 dicembre. Di Fazio, anche dal carcere, “può disporre di terzi per cercare di incutere timore” nelle vittime.
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L’unica misura possibile, prosegue perciò il gip, è il carcere “vista l’ampia libertà di mezzo e di movimento dimostrate dal Di Fazio, la pervicacia delle condotte, la capacità affabulatoria e l’alacrità con cui ha cercato di sviare le indagini”. Contro l’indagato che deve rispondere di quattro violenze sessuali, oltre che del tentato omicidio della ex moglie, c’è un quadro indiziario “gravissimo ed univoco”.
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