Il mondo è in allarme per la nuova variante sudafricana del Covid. Si chiama Omicron. ed è stata individuata per ora in Sudafrica, ma anche in Botswana, Leto, Hong Kong e una in Israele. Il panico lo ha generato un tweet del virologo dell’Imperial College di Londra Thomas Peacock che ha parlato di “una mutazione veramente orribile”. Ma cos’è questa variante, perché è così spaventosa? In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it lo spiega, Silvio Garattini, infettivologo, farmacologo dell’Istituto Mario Negri di Milano.
Dopo che si è diffusa la notizia della nuova variante del Covid B.1.1.529, l’Oms si è subito messa in allarme. Oggi, infatti, è prevista una riunione per capire come affrontare l’ennesima emergenza. Intanto l’Italia ha bloccato i voli da alcuni Paesi africani. Lo stesso hanno fatto Israele e il Regno Unito. E dalla Health Security Agency dicono già che questa è variante più pericolosa emersa finora. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it lo spiega, Silvio Garattini, infettivologo, farmacologo dell’Istituto Mario Negri di Milano.
Questa mattina si parla solo della nuova variante del Covid. Cos’è successo?
“In Sudafrica, in un cluster, i medici hanno identificato questa variante soprannominata B.1.1.529 che sembra essere molto contagiosa e pericolosa nel Paese. Per questo credo che giustamente il ministero della salute ha deciso di vietare in Italia l’ingresso di persone che vengono dal Sud Africa o da Paesi limitrofi. E’ una misura che serve per evitare che la variante si diffonda in altri luoghi”.
E’ stato segnalato un caso in Israele intanto…
“Bisogna studiare la mutazione e vedere come si comporta. Certo non si può decidere sulla base di un caso, bisogna capire quanto sia davvero contagiosa la variante, quanto più aggressiva perché: questi due sono gli aspetti importanti. E lo sapremo fra non molto, sono già in corso le indagini cliniche”.
E’ vero che questa variante buca i vaccini?
“Anche questo è da valutare. Ma, ecco, se non dovessero funzionare i vaccini bisognerà evitare che si diffonda con una serie di interventi forti. Intanto bisogna raccomandare a tutti che non siamo ritornati alla normalità, abbiamo ancora moltissimi contagi, abbiamo ancora 70 morti, quelli di ieri. Dobbiamo continuare a usare le mascherine, evitare di assembramenti e bisogna usare le regole igieniche. Insomma non è finita”.
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Quindi, se la situazione dovesse peggiorare e se si dovesse capire che i vaccini non sono efficaci si potrebbe prospettare un nuovo lockdown?
“In quel caso bisognerà fare qualcosa, quindi certamente restringere molto e limitare i rapporti per evitare che si diffonda un virus che è insensibile ai vaccini. Non si possono escludere, a oggi, nuovi lockdown nel mondo. In ogni caso ora non è sano drammatizzare. Dobbiamo avere dati su cui poi fondare le decisioni”.
Secondo lei quanto tempo ci vorrà per capire?
“Questi studi si fanno molto rapidamente, quindi, probabilmente qualche settimana e capiremo meglio. Si sta studiando già la variante che è stata isolata in Israele, c’è molta ricerca in corso”.
Da quel che si è capito finora, questa variante è più contagiosa ma anche più mortale?
“Anche questo purtroppo non lo sappiamo, perché bisogna vedere come si comporta la variante sulla nostra popolazione europea. Un conto è la popolazione sudafricana e un conto è la nostra. Perché i comportamenti genetici sono differenti: ci sono moltissimi fattori e variabili. In questo momento noi possiamo solo dire che ci vogliono attenzione e prudenza nei comportamenti quotidiani”.
Cosa vuol dire che questa variante ha 32 mutazioni solo nella proteina Spike e 52 in totale?
“Vuol dire che negli amminoacidi che compongono la proteina ci sono 52 posizioni diverse della proteina. Tenga presente che gli amminoacidi della proteina sono 1273, quindi non è detto che cambiamenti di amminoacidi mutino necessariamente l’aggressività o la contagiosità. Per questo va visto nella pratica, non si può stabilire a priori sulla base delle mutazioni che si vedono al microscopio. Sicuramente dal quel poco che sappiamo finora possiamo effettivamente che il rischio è molto alto e che dobbiamo stare molto attenti”.
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