Giulio Regeni, nuovi documenti dalla Francia mettono in luce ulteriori dettagli sulla morte del ragazzo: sgomento generale per gli sviluppi.
Giulio Regeni, importanti novità in merito alla morte del ricercatore italiano in Egitto. La vicenda si fa sempre più intricata, mentre genitori e opinione pubblica si chiedono come mai ancora non è stata fatta chiarezza. Giustizia su una vicenda che dopo anni tiene ancora banco senza nessuna soluzione concreta.
Stando alle ultime indiscrezioni derivanti dalle carte pervenute dalla Francia, documenti altamente riservati pubblicati in queste ore dal portale Egypt Papers, si evince come ci fosse l’effettiva volontà delle parti in causa di depistare le indagini. Quello che era il sospetto di molti trova conferma: “Un abuso come risultato di una rivalità tra il Mid e la National Security“, si legge sugli atti. Ancora nessuna reazione dalle parti in causa.
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Sdegno e determinazione, invece, da parte dei genitori e una fetta della politica italiana che adesso chiedono con forza di andare avanti per far luce su questo misfatto: una matassa sempre più grande che alimenta dubbi dietro il lassismo e, a questo punto, l’omissione.
Emerge, inoltre, dalle carte come Giulio Regeni fosse spiato dalla National Security nei suoi giorni al Cairo. Prima di essere torturato e ucciso quel 25 gennaio 2016 dopo giorni di torture dentro e fuori le celle di sicurezza al Ministero degli Interni. Situazione scabrosa è dire poco, emergono presunte e pesanti responsabilità che qualcuno dovrà prendersi: è finito il tempo delle congetture.
Nello specifico Giulio fu “tradito” da un ambulante contattato per una ricerca universitaria in seguito al dottorato che stava portando avanti: l’uomo si sarebbe rivelato una spia in grado di consegnarlo agli apparati di sicurezza egiziani. Nei carteggi, fra le altre cose, emerge come la Francia e l’Egitto fossero consapevoli di tutto questo e non hanno fatto nulla per smuovere l’unica pista percorribile nel corso del lavoro operativo e di intelligence comune con Haftar. L’impressione è che le rivelazioni non siano ancora finite, la pazienza di molti invece sì.
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