Violenza sulle donne, nella giornata del 25 Novembre è opportuno porre l’accento anche su abusi silenziosi: la diversità come abisso.
Violenza di genere, qualcosa di cui occuparsi. Affinché non si ripeta, per rispetto di tutte coloro che purtroppo non ce l’hanno fatta ad evitare il baratro: la scelleratezza assume confini inattesi, spesso da parte di chi amiamo. La situazione va affrontata attraverso un percorso di elaborazione ed educazione sentimentale: l’abuso non è solo figlio del possesso, ma anche un prodotto della prevaricazione.
Purtroppo non esiste solo un tipo di violenza, che sia essa carnale o psicologica, ma comunque manifesta, plateale. Qualcosa da arginare perchè è sotto gli occhi di tutti: numeri, cifre, casi. Materiale che indica quanta strada ancora c’è da fare sul tema, al punto da arrivare anche a scardinare il sottobosco che si cela al suo interno. Una serie di abusi e nefandezze silenziose che vengono fatte alle donne in quanto tali che, secondo i propri aguzzini, avrebbero anche un’altra “colpa”: quella di avere una disabilità.
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Violenza sulle donne, gli abusi silenziosi: la zona d’ombra della disabilità
Gli abusi sulle donne con disabilità, ad oggi, sono un campo minato: terreno scoperto dove molti, compresa la cronaca, hanno provato ad addentrarsi con difficoltà. Se ne parla poco, ancora meno rispetto alla tradizionale violenza di genere. Anche se parlare di “tradizione”, in quanto consuetudine, è già una sconfitta morale e civile: avvilimento che si somma alla condizione di impotenza di tutte quelle vittime con disabilità che, molto spesso, hanno subito violenza e fanno i conti con la confusione.
La mancata consapevolezza, perchè non hanno gli strumenti per intercettare quel tipo di abuso. Le cause sono tante: patologie, situazioni familiari complesse, arretratezza. Le donne con disabilità, talvolta e troppo spesso, vivono in uno “spazio bianco” dove è impossibile stabilire con certezza cosa succede.
#ViolenzaDonne
In Lombardia nei primi 6 mesi del 2018 per oltre 7.000 donne l’aggressore si nascondeva nelle relazioni di intimità più vicine.
Se sei vittima di violenza non sei sola.
Chiamaci: 02.76.037.352 pic.twitter.com/dvhDYOrHo0— Caritas Ambrosiana (@caritas_milano) September 25, 2018
Qualche numero può rendere meglio l’idea: subisce violenza il 36% di donne che hanno limitazioni gravi o sono in cattive condizioni di salute. Lo riporta l’ISTAT, il tasso è in costante aumento: il rischio di tentato stupro, sempre secondo le statistiche, è il doppio – circa il 10% in più – contro il 4,7% di donne normodotate. Numeri, ma prima ancora persone che devono avere una mano tesa, ma ancor più un riguardo rispetto all’educazione sentimentale che deve valere per tutti. Un lavoro da fare sulle coscienze, affinché la diversità non diventi un abisso ma possa rimanere un valore aggiunto.