Diego Armando Maradona, un anno fa la morte. Il Napoli lo ricorda con un tweet celebrativo: l’omaggio della società partenopea.
Nel nome di Diego. Il mondo si sveglia con la mente a un anno fa, quando il calcio – idealmente – si è fermato: Maradona non c’era più. La morte, improvvisa, come una stilettata, ha squarciato i cuori di molti che immaginavano il proprio idolo eterno. Lacrime in diretta, telecronisti sconvolti, mondo dello sport e della cultura attonito. Nel nome di Diego, appunto, così importante da essere addirittura abusato in paragoni, giudizi e ritratti non sempre benevoli.
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Maradona, un ricordo che non svanisce: verso l’infinito…e oltre
Talento senza confini, una grazia fiabesca – con e senza il pallone fra i piedi – e quelle zone d’ombra che fanno ancora discutere e che, forse, hanno aperto la strada ai problemi di salute che l’hanno assalito a 60 anni. Quel compleanno festeggiato da tutti il 30 ottobre senza sapere che sarebbe stato l’inizio del baratro: quello che avrebbe portato a lacrime, voci, discussioni e dissertazioni su una morte ancora oggi – 365 giorni dopo – inspiegabile. Si poteva evitare? Se sì, come? Questo perchè emergono dettagli che non spetta agli estimatori chiarire, ma che dovranno – necessariamente – avere una risposta.
Chi lo ama sa cercarlo nei dettagli: un gesto tecnico, un sorriso sul volto dei figli, uno stadio che porta il suo nome. Una città ai suoi piedi: Napoli, centro nevralgico laico del suo culto che oggi lo omaggia – fra le altre cose – anche con una statua. Perchè non è finita finché non svanisce il ricordo e quello sarà duro da lavare via. Allora fa bene il Napoli, squadra per cui Dieguito ha dato l’anima, a restituirgli quell’amore e quella gratitudine sotto il segno dell’infinito. Non è mai un addio, finché quella mano – la mano de Dios – non la lasciamo andare davvero.
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— Official SSC Napoli (@sscnapoli) November 25, 2021