Tra oggi e domani potrebbe arrivare il parere dell’Ema sulla somministrazione dei vaccini ai bambini tra i 5 e i 12 anni. Lo ha annunciato il diretto dell’Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù. Ma non tutti i medici sono d’accordo che sia una buona idea. In ESCLUSIVA quotidiano online Free.it il parere di Paolo Gasparini, membro del Consiglio superiore di sanità, direttore di genetica medica all’università di Trieste.
Il vaccino per i bambini dai 5 ai 12 anni sarà approvato dall’Ema. O almeno ne sono già convinti il ministro Speranza e i suoi sottosegretari. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, infatti, ha detto che il vaccino sarà disponibile già dai primi giorni di dicembre. Il parere dell’agenzia europea del farmaco, però, ufficialmente ancora non c’è e intanto c’è chi non è del tutto d’accordo a una campagna vaccinale per tutti i piccoli in questa fascia d’età. Free.it ne ha parlato in ESCLUSIVA con Paolo Gasparini, membro del Consiglio superiore di sanità, nonché direttore di genetica medica all’università di Trieste.
Domani potrebbe arrivare il parere dell’Ema, lei cosa ne pensa?
“Aspettiamo di vedere, prima di tutto, se il parere sarà positivo o negativo. Dei vaccini per bambini sotto i 12anni si parla da mesi, ma di fatto un vaccino pediatrico ancora non c’è. Possiamo parlarne per ore, ma la discussione è molto lunga e complessa, non è che si può decidere con uno schiocco di dita. La seconda considerazione è questa: se ci saranno dei vaccini approvati in età pediatrica, sicuramente possono essere molto utili per aiutare i bambini con fragilità. Penso ai bambini con problemi oncologici, con problemi immunologici, che sicuramente si possono giovare della presenza di un vaccino. Perché li può aiutare a proteggersi. Completamente diverso è un’eventuale campagna vaccinale a tutto campo”.
Lei non sarebbe d’accordo?
“In medicina quello che conta è il rapporto rischi-benefici e dobbiamo capire se avrebbe medicalmente senso vaccinare tutte le persone sotto i 12 anni. Ma ribadisco, attualmente neanche ci sono i vaccini, quindi non si può neanche capire se ci saranno più benefici o rischi. E’ chiaro che un bambino con una forma di leucemia trattato con chemioterapici può avere un vantaggio dal vaccino, non è detto che ce l’abbia un’intera popolazione di bambini”.
Lei ha partecipato alle discussioni sul tema?
“Certo, ma sono analisi che si stanno compiendo a livello mondiale. C’è stata una amplissima discussione su questa cosa, bisogna veramente ragionarci sopra sulla base anche del dei dati che verranno fuori dalla valutazione dell’Ema”.
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Come avviene il processo decisionale dell’Ema?
“Le ditte per poter fare richiede l’approvazione devono mandare dei documenti e dimostrare su quanti bambini sono stati utilizzati i trial, quali fasce d’età, quali dosi, quanti hanno avuto effetti collaterali. E’ una valutazione molto complessa. Cioè, la questione non è se usare lo stesso vaccino che si usa per gli adulti anche per i bambini. Bisogna modificare le formule, il dosaggio. Insomma, vedremo se i dati che le case farmaceutiche hanno raccolto in questo anno saranno considerati dall’Ema sufficienti per approvare un vaccino. Ma poi, una volta che il vaccino è approvato, non è detto che si debba fare una campagna vaccinale, perché sono due cose completamente diverse. Non tutti i bambini ne avranno davvero bisogno, pensiamoci su“.
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