Attraverso una circolare il Ministro della Salute Roberto Speranza ha accorciato i tempi per la terza dose, che si potrà fare a 5 mesi di distanza dalla seconda. Cosa c’è da sapere sul richiamo anti Covid.
La quarta ondata, la terza dose. Il Governo nell’incontro con le Regioni ha annunciato la riduzione dei tempi per il ricevimento per la dose di richiamo, o booster. Da 6 a 5 mesi. Una misura fortemente voluta dal Ministro della Salute Roberto Speranza che sui social ha dichiarato: “La dose di richiamo è cruciale per proteggere meglio noi e chi ci sta accanto. Dopo l’ultimo parere di AIFA sarà possibile farla a 5 mesi dal completamento del primo ciclo. Vacciniamoci tutti per essere più forti”, ha spiegato. Il Governo intende far cadere la limitazione per fasce d’età, come chiedono diversi Governatori, ma il via libera non sarà contenuto nel prossimo decreto. In cui sarà previsto solamente l’obbligo per il personale sanitario, lavoratori delle Rsa e Forze dell’Ordine.
Per terza dose si intende comunemente il richiamo del vaccino anti Covid-19 somministrato per prolungare la durata dell’efficacia protettiva del ciclo vaccinale di base (di due dosi, una se il vaccino utilizzato è Johnson&Johnson)
Terza dose, quando farla e a chi è raccomandata
Attraverso una circolare il Ministro della Salute Roberto Speranza ha accorciato i tempi per la terza dose, che si potrà fare a 5 mesi di distanza dalla seconda, anziché dopo sei mesi, come previsto inizialmente. Diverso il caso degli immunodepressi (pazienti che hanno subito un trapianto o malati in chemioterapia) che potranno chiedere il richiamo a 28 giorni dal ricevimento della seconda dose. In questo caso parliamo di “dose addizionale”, poiché somministrata a pazienti che non hanno risposto in maniera soddisfacente alle prime due.
LEGGI ANCHE >> Super Green Pass, decisa la stretta ai No vax: le nuove misure
L’accorciamento dei tempi a 5 mesi per il ricevimento del booster è legato al calo della protezione vaccinale rilevabile dopo sei mesi dalla somministrazione della seconda dose. La riduzione è stata prevista a scopo precauzionale a causa dell’aumento della circolazione del Covid-19 e della recente crescita della curva epidemica. In generale si considera una misura utile per evitare la quarta ondata.
LEGGI ANCHE >> Super Green pass, cosa hanno richiesto le Regioni al Governo
Al momento non si segnalano problemi di sicurezza. Gli effetti collaterali generalmente riscontrati sono simili a quelli successivi alle prime due dosi. Febbre lieve, dolori muscolari, indolenzimento del braccio, stanchezza. Sintomi che, in ogni caso, tendono a sparire entro poche ore.