Il comitato “Ricordo delle vittime del Ponte Morandi” è stato escluso dalle parti civili nel processo per il crollo del viadotto di Genova, del 14 agosto 2018. “Non è accettabile”, ha commentato la portavoce del comitato Egle Possetti.
“E’ stato costituito dopo i fatti”. Il Gup Paola Faggioni ha escluso dalle parti civili, nel processo sul crollo del viadotto di Genova, il comitato “Ricordo delle vittime del Ponte Morandi”, per carenza di legittimazione. La legge prevede che un’Associazione sia legittimata a costituirsi parte civile in un processo solo se nata prima di un determinato evento, in questo caso il crollo del viadotto, avvenuto il 14 agosto del 2018. Nel corso dell’ultima udienza il rappresentante legale delle vittime aveva portato due precedenti illustri. L’ammissione come parte civile al processo per le stragi nazi-fasciste nell’Appennino tosco-emiliano dell’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani. E il caso dell’ammissione nel processo sull’eccidio di Sant’Anna di Stazzena della Regione Toscana, nata nel 1970.
Già in passato i parenti delle vittime, e la stessa Procura, avevano mostrato preoccupazione per le numerose richieste di costituzione di parte civile. E secondo le ultime indiscrezioni il Gup starebbe escludendo diverse Associazioni.
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“Non è accettabile che un comitato che forzosamente si forma dopo un evento non si possa costituire parte civile. Comprendiamo la ratio della norma ma secondo noi va cambiata la legge. Ci speravamo, eravamo fiduciosi ma non molleremo di un centimetro. Lotteremo comunque millimetro per millimetro. Se non altro è positivo che il processo si stia alleggerendo di diverse Associazioni, ma di certo non pensavamo la nostra”, ha dichiarato la portavoce del comitato “Ricordo delle vittime del Ponte Morandi” Egle Possetti.
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La stessa Possetti spiega che nonostante la decisione del Gup il comitato delle vittime proseguirà nella sua battaglia: “L’ultima cosa che pensiamo è sciogliere il comitato. Le parti singole che saranno nel processo lavoreranno per tutti. Perché lo spirito è sempre stato quello. Anche la nostra famiglia, che ha un perito, sta lavorando per tutti perché il lavoro che fa va a beneficio di tutti“, conclude.
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