La pandemia Covid-19 ha letteralmente stravolto il mercato del lavoro. Le aziende faticano a trovare personale e i motivi sono i più disparati. La crisi dell’Italia e degli Stati Uniti.
Strana situazione quella italiana. Con un tasso di disoccupazione al 9,2% (2.459.000 i disoccupati in Italia a settembre 2021 secondo i dati Istat) le aziende lamentano carenza di personale. Stipendi da fame, inserzioni vaghe su canali non istituzionali e stage truffa rappresentano tre problematiche con cui necessariamente si trova a fare i conti chi decide di mettersi alla ricerca di un lavoro. Ma procediamo con ordine. La previsione di un salario minimo, in un contesto come quello attuale, in cui si manifesta tutta l’italianità di una cultura al ribasso, rappresenterebbe certamente un traguardo importante, soprattutto per le fasce medio-basse di lavoratori.
Il secondo macro-tema riguarda le cosiddette “candidature alla cieca”. Inviate in risposta ad annunci pubblicati su portali dedicati ma che non specificano la natura del contratto, tantomeno il livello di retribuzione. Infine abbiamo la problematica dell’abuso di stage-truffa. Tirocini tirati “alle lunghissime”, sottopagati e concessi solo a chi dimostri di avere diversi anni di esperienza nel settore in questione. Un sottobosco lavorativo da cui attingere quando le aziende hanno necessità di ricoprire incarichi per cui non vogliono spendere. In quest’ottica potrebbe dirsi che gli italiani non rifiutano il lavoro, rifiutano livelli estremamente bassi di retribuzione, quasi al limite dello sfruttamento. Benvenuti nel nostro Paese.
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Crisi del lavoro, la situazione degli Stati Uniti
Il mercato del lavoro negli Stati Uniti non è ancora tornato ai livelli pre-Covid-19. Anche qui le aziende faticano a trovare dipendenti ma le motivazioni sono parzialmente diverse rispetto a quelle italiane. Negli Usa i datori di lavoro stanno rispondendo alla carenza di personale aumentando i salari e offrendo benefit e l’economia è in crescita.
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Qui il principale ostacolo al reperimento di personale è costituito dall’attuale situazione pandemica del paese. Con i contagi in aumento sono numerosi i lavoratori che rinunciano a cercare un impiego. Specialmente in quei settori in cui il rischio di entrare a contatto col virus si fa alto, alberghiero e istruzione in primis. Secondo i dati forniti dal Bureau of Labor Statistics a ottobre erano 3,6 i milioni di persone che hanno dichiarato di non essere in cerca di lavoro, a settembre erano 1,6.