E’ morto a 90 anni l’ex dittatore sudcoreano Chun Doo-Hvan. Salì al potere nel 1979 con un colpo di Stato e represse nel sangue ogni forma di opposizione e dissenso. Nel 1996 fu condannato a morte per alto tradimento e poi graziato.
E’ morto il “macellaio di Gwangju”. Si è spento a 90 anni, questa mattina nella sua casa di Seul, l’ex dittatore sudcoreano Chun Doo-Hvan. Protagonista del golpe del 1979, salì al potere sostituendo Park Chung-Hee, divenuto anch’egli Presidente con un colpo di Stato. Governò il Paese instaurando una dittatura e represse con violenza ogni forma di opposizione e dissenso.
Fu soprannominato il “macellaio di Gwangju” per aver represso con l’esercito, nel 1980, migliaia di manifestanti che, nella cittadina di Gwangju, chiedevano democrazia. In quell’occasione furono imprigionate centinaia di studenti e vennero uccise quasi 200 persone. “Lo rifarei, se si verificasse di nuovo quella situazione”, disse in Tribunale Chun Doo-Hvan, durante quello che i media sudcoreani avevano definito “il processo del secolo”.
Chun Doo-Hvan, condannato a morte nel 1996
Fu condannato a morte nel 1996 per sedizione e ammutinamento in relazione al golpe del 1979 e per la strage di Gwangju del 1980. Ma la sua esecuzione fu commutata in appello e in seguito venne rilasciato grazie a un indulto presidenziale.
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Governò il Paese per otto anni, salendo al potere nel 1980. Il suo fu un regime durissimo con oppositori perseguitati e dissidenti arrestati e rieducati tramite il suo programma di “purificazione sociale”. Durante la sua dittatura il Paese finì sotto legge marziale e furono chiusi Parlamento e Università.
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Durante il suo Governo la Corea del Sud conobbe anni di straordinaria crescita economica, con un 10% di crescita media annua. E nel 1988 Seul ospitò anche i Giochi Olimpici. Mai pentito delle violenze che furono perpetrate durante il suo regime, rimane una delle figure più impopolari del suo Paese.