Quasi 4mila persone ricoverate in terapia intensiva con un aumento di quasi mille pazienti alla settimana. Sono i numeri che spaventano la Germania, in piena e violenta quarta ondata. Il ministro della Salute Jens Spahn ha ammesso che in alcune zone della Germania la situazione è drammatica. In ECLUSIVA al quotidiano online Free.it il racconto di una dottoressa italiana a Berlino, Chiara Broglia.
E’ in questa quarta ondata che in Germania si sta registrando il più alto tasso di incidenza settimanale. Il Covid ormai è ovunque e la situazione negli ospedali è sempre più disastrosa. Mancano i posti, le terapie intensive sono piene e i pazienti non Covid, come gli infartuati, faticano a trovare una sistemazione nei reparti. In ECLUSIVA al quotidiano online Free.it il racconto di Chiara Broglia, dottoressa di medicina generale a Berlino.
Come stanno andando le cose in Germania?
“La situazione qui è abbastanza difficile, i numeri dei contagi sono sempre in aumento e ci sono pochi posti negli ospedali. Dal mio punto di osservazione ci sono malati in tutte le fasce d’età. Io lavoro in un ambulatorio di Prenzlauer Berg, un quartiere molto giovane di Berlino, perciò anche i miei pazienti appartengono a una fascia d’età mediamente bassa. Ci sono tante persone che hanno il Covid ora, tra loro la maggioranza non è vaccinata, ma ci sono anche persone che si sono ammalate nonostante il vaccino. La mia collega, invece, che copre un target over 50, ha anche pazienti che sono in terapia intensiva”.
Cosa dicono i medici negli ospedali?
“Le terapie intensive sono quasi al limite e gli ospedalieri stanno cercando di lanciare l’allarme. C’è anche una polemica sul conteggio dei malati. L’indice che viene utilizzato in Germania dicono che non sia adeguato e che i numeri dei contagi settimanali in realtà si riferisce alla settimana precedente e dunque il quadro non è realistico. Non rispecchia la gravità della situazione”.
C’è differenza tra questa quarta ondata e le precedenti?
“Devo dire che probabilmente questa è peggiore. Anche durante la scorsa primavera non abbiamo sentito così forte l’emergenza. C’era addirittura meno pressione negli ospedali, rispetto a ora. Si avvertiva di più la paura di qualcosa di ignoto mentre ora si sente meno ma c’è più preoccupazione che le cose possano sfuggire al controllo”.
Perché, dal suo punto di vista, la Germania si trova a questo punto?
“Credo essenzialmente a causa delle scarse vaccinazioni. Anche se la Germania non ha mai ufficialmente approvato l’uso del Green Pass, è dall’inizio della vaccinazione che molti locali hanno chiesto di vederlo, per poter entrare. Cioè, voglio dire che non c’è stato un lasciar andare le cose come magari si potrebbe pensare. Sicuramente ci sono state polemiche perché magari alcuni locali facevano entrare folla di giovani senza vaccino, discoteche e club vari. Però sì, credo che pesino le poche vaccinazioni”.
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Ora che sono state prese delle misure restrittive, nota una differenza?
“Noi qui in ambulatorio facciamo i vaccini e per mesi abbiamo avuto zero prenotazioni per prime dosi. Zero. Adesso che vige la così detta regole delle 2G, cioè accesso ai luoghi pubblici solo per geimpft, cioè vaccinati, o genesen, cioè guariti, ci aspettavamo un boom di prenotazioni. Invece, ancora adesso zero richieste. O quasi zero. Nel senso che abbiamo fatto delle prime dosi ma a pazienti che l’avrebbero fatto anche prima ma per vari motivi non hanno potuto. Specialmente donne che erano in gravidanza e ora che hanno partorito e quindi si vaccinano. Ma non persone No vax”.
Ai No vax cosa si può dire?
“Poco o nulla. La maggior parte non vuol sentire ragioni, non ci si può dialogare. Ormai questa storia dei No vax è quasi una mania collettiva. Quindi, in ambulatorio evitiamo storie anche se il quartiere è molto tranquillo. So di studi dove ci sono state pesanti liti”.