La Cina passa al contrattacco sulla vicenda Peng Shuai. Il portavoce del ministro degli Esteri di Pechino ha invitato l’Occidente a finirla con “montature maliziose”, aggiungendo che il caso non dovrebbe avere risvolti diplomatici.
“Certe persone dovrebbero smettere con le montature maliziose“. Con queste parole Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, interviene nella vicenda Peng Shuai, la tennista cinese scomparsa per diversi giorni dopo l’accusa di molestie sessuali all’ex vicepremier Zhang Gaoli. Peng è ricomparsa domenica scorsa, prima a un torneo di tennis, poi in una telefonata con il presidente del Cio Thomas Bach, ma la preoccupazione sulle sue condizioni non è ancora svanita.
La tennista era scomparsa lo scorso 2 novembre, immediatamente dopo la cancellazione del post sul social network Weibo in cui accusava l’ex vicepremier. Nelle ultime settimane, tenniste di oggi e del passato come Martina Navratilova, Serena Williams e Naomi Osaka hanno rilanciato la campagna #WhereIsPengShuai per avere assicurazioni sul suo stato di salute. La telefonata avuta con il presidente del Cio Bach non sembra al momento aver rassicurato tutti. Nikky Dryden, ex olimpionico canadese e ora avvocato per i diritti umani, ha definito il videocolloquio tra Peng e Bach “una trovata pubblicitaria“.
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