La risalita dei contagi di Covid 19 sta spaventando gli italiani. E sempre più persone decidono di rinunciare alle vacanze invernali. Secondo gli ultimi dati, sono oltre due milioni le mancate prenotazioni per timori legati al virus e soprattutto le nuove misure restrittive. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, il presidente di Federalberghi, Alessandro Nucara, chiede trasparenza al Governo.
La quarta ondata di Covid sta mettendo in crisi il settore alberghiero. Dopo una stagione estiva che faceva presagire un recupero, arriva la gelata. La risalita dei contagi rischia di mandare in fumo miliardi di euro e di stroncare attività che sul Natale avevano puntato quasi tutto. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, il presidente di Federalberghi, Alessandro Nucara, chiede trasparenza al Governo.
Com’è la situazione ad oggi?
“Si sta andando ancora a scartamento ridotto. Confidavamo in una buona stagione invernale, per la montagna ma anche per le città d’arte. Purtroppo le notizie che arrivano di una possibile recrudescenza dei contagi non ci aiuta. Le persone si sono messe su chi va là, ci sono state tante cancellazione e anche un rallentamento delle prenotazioni, anche rispetto a un mese fa. E il mercato era già di per sé in difficoltà”.
Quanto si rischia di perdere?
“Non abbiamo stime. Il dato allarmante non è che ci siano delle cancellazioni, ma che non ci siano affatto prenotazioni. La città di Roma sta lavorando al 25% della capienza. E se una città che già lavora a scartamento ridotto ci mette anche un bel po’ di cancellazioni e zero nuove prenotazioni, capisce bene il dramma. Il significato economico di quell’impresa nel breve periodo perde di consistenza. Poi speriamo che le cose migliorino, ma al momento noi rimaniamo il settore che non solo è entrato per primo in crisi, ma che ne uscirà per ultimo”.
Quanto è grossa la crisi del settore?
“Moltissimo. Anche se si è fatto un buon mese di agosto nelle località di mare e non solo qualcuno l’aveva interpretata come il segnale dell’uscita dalla crisi, ma non è così. Sia perché è andato bene agosto ma fino a luglio inoltrato no, le città continuano a soffrire. Tutte le destinazioni che lavorano col turismo straniero sono in affanno, perché mancano americani, giapponesi, russi, brasiliani. Che rappresentano anche quella fetta di turismo che spende di più e che fa vivere anche tutte le filiere collegate a quella dell’albergo: negozi di moda, ristoranti, taxi… Manca anche una fetta consistente dei viaggi d’affari”.
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Cosa pensate che succederà? Avete un piano?
“Il turismo invernale legato al Natale è in affanno ma ancora non sappiamo cosa succederà. Per il momento, come dicevo, abbiamo delle cancellazioni e moltissime mancate prenotazioni. Se ci dovessero esserci restrizioni nei movimenti, nell’uso degli impianti di risalita è chiaro che riceveremo un’altra pesante batosta. Che non ci possiamo permettere. Ricordo che la stagione invernale 2020/2021 è saltata del tutto. Purtroppo finché si continua a ballare sull’incertezza le persone esitano a prenotare. Qualunque cosa debba accadere dobbiamo saperlo in tempi brevi. L’abbiamo detto al governo. Perché c’è un tema di programmazione delle assunzioni del personale, acquisizione delle scorte, organizzazione dei servizi. Non basta spingere un interruttore e queste attività partono”
Avete parlato con il governo?
“Certo. Al governo chiediamo certezze e aiuti. Ne abbiamo parlato anche qualche giorno fa in conferenza delle regioni, ne stiamo discutendo tuttora. Abbiamo anche chiesto di ampliare gli spazi delle attività congressuali, che sono gli unici ad avere ancora rigide regole di capienza. Adesso io sono in una sala meeting che potrebbe contenere 100 persone e faremo l’incontro in 20 Questo genere di attività, in momenti di difficoltà, può aiutare perché tende molto a destagionalizzare le presenze”.