Da Portland a Oakland passando per New York. Sono scoppiate in diverse città d’America le proteste contro l’assoluzione di Kyle Rittenhouse, il ragazzo che nell’agosto del 2020 a Kenosha, in Wisconsin, ha ucciso due persone e ferito un’altra. Il diciottenne stava presenziando con fucile ad una manifestazione contro gli abusi subiti dalle minoranze etniche da parte della polizia.
Circa 200 persone a Portland, in Oregon, sono scesi in piazza nella notte di ieri. I manifestanti hanno sfondato le vetrine di alcuni negozi e attaccato la polizia, lanciando contro oggetti. Le forze dell’ordine hanno parlato di un “comportamento violento e distruttivo” da parte di una fetta significativa della folla.
County government offices vandalized by protesters in Portland, OR following the “not-guilty” verdict of Kyle Rittenhouse. #FuckKyle pic.twitter.com/z9hYzBp0wD
— Vitalist International (@VitalistInt) November 20, 2021
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Proteste anche in California dove ad Okland la folla ha marciato gridando “Rivoluzione nient’altro“. Il ponte di Brooklyn, invece, è stato il luogo dove si sono riuniti centinai di persone a New York. Non ci sono state segnalazioni di arresti.
Il caso di Kyle Rittenhouse ha spaccato l’America, dividendo anche repubblicani e democratici, con i primi che hanno applaudito al verdetto. Alcuni deputati hanno anche ipotizzato la possibilità di uno stage del diciottenne al Congresso.
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Di parere opposto la sinistra, con capofila la progressista Alexandria Ocasio Cortez e la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris: “Il verdetto parla da solo. Ho speso la maggioranza della mia carriera lavorando per un sistema penale piu’ equo, e chiaramente c’e’ ancora molto da fare” ha commentato la numero due della Casa Bianca.