Arrestato un carabiniere questa mattina dalla polizia di Potenza. L’uomo è gravemente indiziato di aver passato per diversi anni informazioni riservate a un boss della mafia del Metapontino, attualmente in carcere per spaccio di sostanze stupefacenti.
Percepiva un vero e proprio stipendio mensile per passare informazione riservate a Vincenzo Porcelli, a capo di uno dei clan di mafia più attivi nell’area del Metapontino. Per questo motivo stamattina è scattato l’arresto per Michele Fico, carabiniere in servizio all’epoca dei fatti contestati nel paese di Bernalda, in provincia di Matera.
L’operazione è stata effettuata su impulso della Direzione Investigativa Antimafia di Potenza, con il gip del Tribunale del capoluogo lucano che ha richiesto per l’uomo la custodia cautelare in carcere. Con le sue azioni, secondo la ricostruzione dell’accusa, Fico negli anni scorsi avrebbe ripetutamente impedito a Porcelli – attivo nel traffico di droga – di essere colpito da perquisizioni a sorpresa. E quindi da possibili sequestri o arresti in flagranza.
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Agente arrestato, 75mila euro da boss in quattro anni
Fico è accusato di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e ricettazione. Al momento dell’arresto si trovava a Castellaneta, in provincia di Taranto. Attualmente infatti è in servizio come vice-brigadiere in provincia di Bari.
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Tra il 2015 e il 2019, oltre allo “stipendio”, Fico avrebbe anche ricevuto beni per un valore di circa 75mila euro da Porcelli. Quest’ultimo, condannato in primo grado per spaccio di sostanze stupefacenti, è attualmente detenuto. I soldi sarebbero poi stati reinvestiti da Fico in attività speculative nell’ambito dei giochi e delle scommesse online. Utili per nascondere la provenienza delle somme ricevute.