L’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti nel 2016 non ha commmesso reati. Voleva solo agire nel bene della comunità. Ed è per questo che è sttao assolto dall’accusa di turbativa d’asta. Intanto però ha subito una gogna mediatica. Ecco cosa è accaduto.
“Non risulta essersi verificato alcun sviamento di potere“ da parte dell’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti, accusato di turbativa d’asta per la gara indetta nel marzo 2016 la gestione delle piscine comunali scoperte Belgiardino. Lo hanno messo nero su bianco i giudici della seconda Corte d’Appello di Milano nelle motivazioni della sntenza con cui il 25 maggio hanno assolto Uggetti e gli altri imputati dall’accusa.
Oltre al primo cittadino, eletto nelle file del Pd e molto vicino al ministro della Difesa Lorenzo Guerini, sono stati assolti ache gli ex vertici delle società sportive che avevano preso in gestione gli impianti. Sono l’avvocato Cristiano Marini, consigliere di Astem S.p.A. e Sporting Lodi AS, Luigi Pasquini, presidente di Wasken Boys e procuratore speciale di Sporting Lodi As. Assolto anche il funzionario comunale Giuseppe Demuro, che era responsabile della gara.
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Il carcere e la tempesta mediatica su Uggetti
Per quelle accuse Uggetti nel 2016 ha trascorso 10 giorni a San Vittore e altri 25 ai domiciliari. E nel 2018 è stato condannato a 10 mesi di reclusione in primo grado. E ha subito critiche e attacchi durissimi, soprattutto dalla Lega e dal Movimento Cinque Stelle. Luigi Di Maio andò in piazza a Lodi. E lo stesso fece il leghista Roberto Calderoli.
Dopo la su assoluzione in appello, sono arrivate le scuse. Di Maio ha scritto una lettera al Foglio per fare ammenda. E si è scusato per aver contribuito all’ “imbarbarimento del dibattito associato ai temi giudiziari”. Ma nulla potrà riportare indietro le lancette a prima del processo.
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L’importanza della sentenza per la Pa
Per i giudici della Corte d’Appello di Milano, Uggetti non voleva abusare del suo potere “nemmeno” nell’esercitare “quel margine discrezionale di intervento“ riconosciuto dalla legge per l’esercizio di poteri di indirizzo e men che meno “una incidenza indebita e collusiva sul bando di gara”.
La sentenza ha una “grande importanza per la Pubblica amministrazione”, come sottolinea l’avvocato Pietro Gabriele Roveda, difensore di Uggetti. Per i giudici, infatti, “la ‘turbativa’ non ricorre in presenza di qualsiasi disordine relativo alla tranquillità della gara, essendo necessaria una lesione, anche potenziale, agli scopi economici della Pubblica amministrazione e all’interesse dei privati di poter partecipare alla gara”. Il fine ultimo è da garantire è “la realizzazione delle condizioni per la migliore soddisfazione delle esigenze utilitaristiche della PA”.
Al contrario, l’ex sindaco Uggetti, nel contattare l’avvocato Marini e parlare della gestione delle piscine, voleva assicurarsi che la gara avesse un buon esito nell’interesse della collettività. Come sindaco era suo compito perseguire “un bilanciamento – proprio dell’attività politica – fra pluralità di interessi pubblici”. In questo caso, Uggetti doveva tenere conto del “governo del territorio e conseguente attenzione alle realtà territoriali, delle esigenze della specifica platea di utenti” delle piscine, della “salvaguardia degli impianti, della necessità di una tempestiva ed utile assegnazione a soggetti adeguatamente titolati” a portare avanti il programma previsto per la stagione estiva con sufficienti risorse. “Tale esercizio – concludono i giudici – può comportare e dunque tollerare, purché non ne sia fuorviato, certo la consulenza, ma anche l’ascolto dei soggetti della società civile interessati”.