La quarta ondata di Covid sta investendo l’Italia, in particolare alcune regioni. Secondo il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie la provincia di Bolzano potrebbe addirittura finire in zona rosso scuro. I reparti sono pieni e i contagi non accennano a diminuire. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, il capo dell’infettivologia dell’ospedale della provincia autonoma, Elke Maria Erne spiega la situazione.
Oggi è venerdì e come ogni settimana si riunisce la cabina di regia di monitoraggio delle Regioni. La situazione epidemica peggiora e l’Italia potrebbe finire quasi tutta in zona gialla, o peggio. In alcune zone, infatti, il Covid corre più veloce e la situazione sanitaria è in difficoltà. Il Trentino Alto Adige, in particolare la provincia autonoma di Bolzano, sono in difficoltà e potrebbero finire addirittura in zona rossa. Elke Maria Erne primaria del reparto Malattie infettive dell’ospedale di Bolzano parla così in ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it .
Com’è la situazione nel suo reparto?
“Il mio reparto è quasi sempre pieno, abbiamo un grande turn-over con la maggioranza dei pazienti che non è vaccinata. Direi, l’80% non ha nemmeno una dose, un 20% invece è vaccinata“.
Chi sono i pazienti vaccinati ma che sono ugualmente finiti in ospedale?
“Sono essenzialmente persone fragili e over 70 che si sono infettati tra le seconda e la terza dose. Praticamente sono entrati in contatto con il virus in quella fascia di tempo in cui la protezione del vaccino è diminuita ma non avevano ancora fatto la dose booster. Purtroppo l’alto numero di No vax ha contribuito a infettare questo tipo di pazienti“.
La situazione secondo lei è preoccupante?
“In generale la situazione è abbastanza difficile, sì. I numeri sono alti e la curva non si abbassa, anzi… Stiamo cercando di far fronte alle varie problematiche e a gestire i malati. Al momento non c’è una vera e propria crescita esponenziale ma le cose possono cambiare in peggio da un giorno all’altro“.
Il sistema sanitario è in difficoltà?
“Le terapie intensive sono quasi piene, ma il vero problema sono i reparti ordinari. Attualmente sono quelli ad essere sotto pressione, praticamente non ci sono quasi mai posti liberi, c’è un grande ricambio. Il che da un lato è positivo perché vuol dire che ci sono anche dimissioni, ma è negativo perché i contagi quotidiani sono sempre in aumento”
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Perché proprio in quest’area geografica l’epidemia sta avendo una tale recrudescenza?
“L’Alto Adige è la regione che ha meno vaccinati di tutta l’Italia, quindi è ovvio che la situazione qui sia la peggiore. Meno persone sono vaccinate, più il virus circola. Di conseguenza, è alto il rischio che infettino anche le persone vaccinate, che magari, appunto, non hanno fatto in tempo a fare la terza dose. Abbiamo capito che questo virus attecchisce appena gli anticorpi calano e ci stiamo rendendo conto che i vaccini non hanno durata superiore ai sei mesi”.
La Regione sta per cambiare colore?
“Si teme che possa accadere. I numeri ci dicono che la situazione è peggiore qui che in altre parti d’Italia. Secondo il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, addirittura la provincia di Bolzano dovrebbe diventare rosso scuro. Vedremo cosa accadrà e quali saranno le conseguenze. Noi intanto ci dedichiamo ai pazienti”.