Per combattere la quarta ondata, in Italia si cercano soluzioni e si discute sulle varie opzioni. Mentre in Europa c’è chi sceglie il lockdown per i no vax, nel nostro Paese avanza da più parti la possibilità di distinguere i Green Pass tra chi ha il vaccino e chi fa solo il tampone. Ne ha parlato in ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, il Prof. Fabrizio Pregliasco.
La quarta ondata di Covid spaventa l’Italia da più parti arriva la richiesta di attuare misure più stringenti. Sul modello austriaco, per esempio, dove è in vigore un lockdown per i non vaccinati. Le Regioni lo chiedono ma per il momento il Governo frena. Sarebbe una via praticabile in Italia? Ne ha parlato in ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it , il Prof. Fabrizio Pregliasco.
Professore, prima di tutto come stanno andando le cose in questa settimana?
“Per ora abbastanza bene, il sistema sanitario sta tenendo nonostante ci sia un evidente rialzo dei casi. E quindi dobbiamo pre-occuparci, nel senso di occuparci in anticipo di quelli che potrebbero essere gli scenari peggiori. Ma soprattutto attrezzarsi. E poi è necessario incrementare le vaccinazioni, proseguire celermente con le terze e continuare con le buone pratiche. Il buon nuovo galateo anti-contagio che ultimamente si era un po’ rilassato, vista la situazione. Queste onde epidemiche sono un po’ come le onde di un sasso in uno stagno. La pietra è arrivata, ha creato questo moto ondoso pesante ma le ondulazioni sono sempre meno violente. E però, certamente ci saranno ancora. E’ sperabile che questo possa essere l’ultimo inverno difficile e che dalla prossima stagione possa essere una convivenza pacifica con il virus, con meno peso sulla sanità pubblica”
Da più parti arriva la richiesta di differenziare i Green pass tra chi ha il vaccino e chi fa i tamponi. Lei cosa ne pensa?
“Purtroppo non c’è un manuale da seguire, è la prima volta che ci troviamo tutti in una situazione simile. E’ chiaro, quindi, che le opinioni possano essere diverse, così come le ricette per superare la situazione. SI stanno tentando approcci diversi. Per ora direi che quello che è stato fatto in Italia va bene, quindi non c’è grossa esigenza di divedere i Green Pass. Vedremo come evolveranno i contagi e in base a quello si possono prendere decisioni differenti che vadano in questa direzione”.
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Ma secondo lei è giusto fare un Green Pass diverso?
“Ma guardi, dal punto di vista della sicurezza sanitaria sì, ma è una scelta politica che impatta sulla vita sociale delle persone. Nei vari schieramenti della maggioranza non c’è un’idea unanime sulle scelte sanitarie. Se le cose peggiorassero, potrebbe essere una opzione praticabile quella di distinguere i certificati tra chi ha effettivamente il vaccino e chi no”.
Un lockdown solo per i non vaccinati, come sta facendo l’Austria, secondo lei è fattibile?
“Secondo me non ne abbiamo bisogno, è questo il punto. Poi, ripeto, sono scelte politiche. Stringere, chiudere… sono azioni che hanno ripercussioni e che devono essere prese in base alla condizione contingente. Dal punto di vista scientifico è chiaro che più stringi, meglio è. Poi possono esseri opinioni discordati. Veda Boris Johnson, che ha puntato tutto solo sulla vaccinazione senza nessun’altra misura, intanto però in Gran Bretagna hanno diverse centinaia di morti al giorno. Sono scelte”.