L’epidemia di Covid 19 avanza anche in Italia e tra le regioni che preoccupano di più c’è il Friuli Venezia Giulia. Dopo le proteste di ottobre dei No vax e portuali nella regione si sono sviluppati numerosi focolai e gli ospedali sono al collasso. Il racconto in ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it di Roberto Luzzati, primario del reparto Covid dell’ospedale Maggiore di Trieste.
I medici del Friuli Venezia Giulia sono molto preoccupanti per la pandemia Covid che sta colpendo la regione. A contribuire al vertiginoso aumento dei contagi le diverse manifestazioni No vax da ottobre a oggi nel cuore di Trieste, ma soprattutto il basso numero di vaccini, anche tra chi non è andato a protestare. E ora si pensa a come sarà possibile salvare il Natale. Il racconto in ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it di Roberto Luzzati, primario del reparto Covid dell’ospedale Maggiore di Trieste.
Professore com’è la situazione in città?
“La situazione qui a Trieste è grave e non è cambiata rispetto alle scorse settimane. Non c’è alcun miglioramento: siamo in fase di piena pandemia. Non c’è una riduzione del fenomeno, purtroppo questa è l’unica cosa che posso dire al momento”.
Cosa pensate di fare?
“Noi siamo medici, curiamo i pazienti, è la politica che deve prendere decisioni. Noi ovviamente spingiamo per un incremento delle prime dosi. Speriamo che si riesca a convincere gli incerti e anche i No vax più oltranzisti. Per il resto, noi curiamo tutti e abbiamo tanti malati che hanno la polmonite e altri sintomi medio-gravi. E purtroppo non si riducono. Non abbiamo alcuna riduzione del fenomeno epidemico in atto”.
Dal suo punto di vista nelle prossime settimane il quadro potrebbe peggiorare?
“E’ imprevedibile, perché dipende da quante persone andranno a vaccinarsi e quanto si possa ridurre la quota di No vax, che come è noto qui a Trieste è più folta rispetto al resto del Paese. Quindi le stime sulle prossime settimane, purtroppo, sono solo legate alle vaccinazioni, questo posso dirle, ahimè”.
Quanto influisce la vicinanza geografica con la Slovenia, dove la situazione sembra fuori controllo?
“Indubbiamente, qui a Trieste oltre al fattore delle vaccinazioni molto basse gioca molto anche la vicinanza alla Slovenia. Lì il tasso di vaccinazione è molto inferiore al 50% e il fenomeno epidemico è di dimensioni preoccupanti. E poi non dimentichiamoci la vicinanza anche all’Austria, dove ugualmente la situazione clinica è grave”.
Sapete già se la regione finirà in zona gialla?
“Non lo sappiamo, queste sono decisioni politiche. Noi ovviamente non ce lo auguriamo, ma guardando i numeri è possibile che succeda. Ma ci pensano i governanti, i medici pensano alla situazione sanitaria che in questo momento è difficile perché non c’è un contenimento”.
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Le terapie intensive sono piene?
“Sì. E anche i reparti ordinari. All’ospedale Maggiore abbiamo dovuto aprire un nuovo reparto per malati gravi ed è già completamente pieno, non abbiamo più letti disponibili. E il 90% sono pazienti non vaccinati”.
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