Violenze ripetute nei suoi confronti da parte dei familiari, perché contraria a portare il velo. Lo ha denunciato un’adolescente di Ostia, ma di origine bengalese, ai Carabinieri locali. La Comunità Islamica condanna i fatti e invita a “non islamizzare la notizia”.
Sta facendo molto discutere il caso di una 14enne di Ostia – ma originaria del Bangladesh – andata a denunciare le ripetute violenze subite dalla madre e dal fratello. Al centro della sua scelta, la volontà di non subire più le botte dei due, spesso legate alla volontà della donna di non mettersi il velo. L’ultimo caso di violenza è stato quello decisivo. L’adolescente, spinta contro un mobile dal fratello, ha riportato lieve un trauma cranico, che non le ha comunque impedito di recarsi in commissariato a Ostia a denunciare i fatti.
Le violenze andavano avanti da mesi, e spesso la ragazza subiva la minaccia di essere riportata in Bangladesh in mancanza di un’adesione maggiore alle indicazioni dei due. Solo dopo la denuncia la ragazza è stata portata in una struttura protetta, dove essere al riparo dalle violenze dei familiari. La locale Procura ha aperto un’indagine, ipotesi di reato al momento quelle di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. La quattordicenne è stata intanto curata in ospedale, da cui è stata dimessa con due settimane giorni di prognosi.
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Un fatto che rischia di rinfocolare vecchie polemiche legate alla religione e ai percorsi di integrazione nel nostro paese. Ma il tema della violenza domestica, sia declinata sulla direttrice di genere che su quella genitori-figli “è uno dei mali della nostra società e un problema trasversale, al di là della propria fede di appartenenza“, commenta Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii), raggiunto dall’Agenzia Lapresse. Lafram invita quindi a “non islamizzare la notizia“.
“L’educazione che i genitori devono dare ai propri figli deve essere basata su amore, comprensione e rispetto. Non sulla violenza e sulla soggezione psicologica“, aggiunge inoltre l’Imam di Milano e presidente della Coreis, Comunità religiosa islamica italiana Yahya Pallavicini, raggiunto sempre da LaPresse.
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Di tutt’altro tenore invece i commenti che arrivano da partiti come Lega e Fratelli d’Italia. “Non è questa l’idea di integrazione che abbiamo. La Lega è dalla parte della libertà per le donne e non ci può essere spazio in Italia per culture che non rispettano tale principio“, ha dichiarato Laura Ravetto, esponente del Carroccio. E per Giorgia Meloni, leader di Fdi, “si tratta di una vicenda indegna. Nel nostro Paese non c’è spazio per chi non è in grado di rispettare la nostra cultura e civiltà“.
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