La polizia di Stato ha operato in diverse città d’Italia in seguito ad alcune indagini sulla chat Telegram ‘Basta Dittatura’. Perquisiti soggetti No Green pass e No vax. Le misure prese.
17 perquisizioni in tutta Italia nelle abitazioni di attivisti No vax e No Green pass affiliati al canale Telegram “Basta Dittatura“. Una delle chat più dure dei negazionisti nelle quali ogni giorno trovano sfogo rabbia e violenza contro il premier Draghi, le istituzioni politiche, le forze dell’orine e i giornalisti. Nei confronti dei soggetti finiti nell’indagine l’ipotesi di reato sono: istigazione a delinquere, disobbedienza alle leggi, con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici. Nei confronti di due noti esponenti no pass e no vax torinesi, sono stati adottati dalla Questura di Torino i fogli di via. Oggi pomeriggio la procura di Torino ha contestato a tutti gli indagati l’aggravante dei reati di terrorismo
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L’operazione è stata coordinata dai magistrati del gruppo terrorismo ed eversione della procura di Torino, la Digos torinese e la polizia postale. Durante le settimane di monitoraggio e indagini gli investigatori avrebbero scoperto migliaia di persone appartenenti al gruppo “Basta Dittatura“ diventato tra i mezzi principali di organizzazione e divulgazione della protesta in tutta Italia.
No Vax e No Green Pass, operazione Basta Dittatura
Gli indagati partecipanti attivi nella chat Telegram, istigavano sistematicamente all’utilizzo delle armi a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Draghi. Obiettivi ricorrenti erano le forze dell’ordine, medici, scienziati, giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di “asservimento” e “collaborazionismo” con la “dittatura” in atto. Presa di mira anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi “schiava” dello Stato.
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Nei contenuti violenza della chat, non solo odio e rabbia ma riferimenti espliciti a impiccagioni, fucilazioni, gambizzazioni. Non è tutto, allusioni dirette a nuove marce su Roma e terrorismo. A Brescia durante le perquisizioni è stata trovata una balestra. A Palermo un fusto di dieci litri di acido. L’uomo su Telegram scriveva della volontà di utilizzare il liquido contro le forze dell’ordine durante le manifestazioni di protesta del sabato. Tra gli identificati anche soggetti che avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari. Attivisti protagonisti di aggressioni di piazza alle forze dell’ordine.
Molti di questi erano già noti alle forze di polizia, alcuni con precedenti per posizioni estremiste, nessuno però appartenente a movimenti politici o gruppi ideologici. Solo in casa di una attivista a Siena è stato trovato un vecchio passaporto nazifascista. Tra i denunciati anche qualcuno con precedenti per rapine, traffico di stupefacenti. Ci sono anche incensurati.