Il Ministero della Difesa polacco parla di provocazioni dei bielorussi. Secondo il racconto dei migranti, spaventati e disorientati, si sente il rumore di spari. I polacchi sostengono che si tratti di colpi a salve sparati dai bielorussi per aumentare la tensione e far crescere il panico nei migranti. In questo modo, secondo gli analisti polacchi, i bielorussi pensano di scatenare una irruzione violenta verso la Polonia. I migranti vorrebbero, invece, entrare pacificamente e legalmente in Polonia. Per il momento la dogana resta chiusa. Sul posto c’è un elicottero militare polacco che sorvola l’area mentre il governo di Varsavia si prepara a un’altra riunione d’emergenza per decidere come affrontare la situazione. Allertata anche l’Unione Europea.
Intanto il presidente Lukašėnka risponde ancora all’Unione Europea e rilancia. “Pensano che io stia scherzando. Che sia una minaccia vuota. Niente del genere. Combatteremo. Abbiamo raggiunto il limite. Non c’è spazio per una ritirata“. Il dittatore bielorusso lo ha detto durante un meeting con i suoi fedeli per discutere della riforma della costituzione del Paese. Lukašėnka ha anche detto che da Minsk sarebbero anche pronto i primi voli di rimpatrio per i migranti che volessero ritornare alle loro nazioni. “Ma loro non vogliono tornare, nessuno vuole tornare indietro”, ha detto il presidente come a voler scaricare la responsabilità della crisi migratoria in atto.
Dall’Iraq, in verità, arriva la prima apertura in questa direzione. Il portavoce del ministero degli Esteri iracheno, Ahmed al-Sahaf, ha detto che l’Iraq è disposto a organizzare un ponte aereo tra Minsk e Baghdad per tutti gli iracheni bloccati al confine tra Bielorussia e Polonia. La proposta è rivolta a tutti i cittadini che volessero ritornare in patria.