Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è espresso su numerosi temi intervenendo alla conferenza nazionale di Confimprese. Quirinale, rapporto con Renzi, situazione sanitaria e vita personale: tutte le parole dell’esponente pentastellato.
“Se il Movimento 5 Stelle avesse un candidato si saprebbe“. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha parlato alla conferenza nazionale di Confimprese, concentrandosi sulla corsa per l’elezione a Presidente della Repubblica. Interrogato sull’ipotesi di un possibile passaggio di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale, Di Maio ha aggiunto: “Dobbiamo proteggere il presidente del Consiglio dal totonomi, perché rischiamo di compromettere la legge di bilancio. Se portiamo Draghi o Mattarella nel dibattito sul Quirinale indeboliamo le istituzioni“.
Il pentastellato è poi intervenuto sull’inchiesta relativa alla Fondazione Open e sulla figura di Matteo Renzi: “Quell’indagine rispecchia benissimo il fatto che ha l’1,1% dei consensi, ma si comporta come avesse il 40%“. Per Di Maio, “Renzi considera gli altri la causa della perdita dei suoi consensi. Le manie di persecuzione, la sindrome di accerchiamento che c’è in tutti i politici, in Renzi sono elevati all’ennesima potenza“.
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Di Maio ha poi associato Renzi a Matteo Salvini in merito alla perdita di fiducia nei loro confronti: “Nella mia vita politica io mi fido sempre fino a prova contraria. In entrambi i casi la prova contraria è arrivata“. Parole al miele invece sull’ex premier e attuale leader del Movimento, Giuseppe Conte. “All’inizio avevo apprensione per Conte perché non aveva mai fatto politica, poi dopo averlo visto ai tavoli negoziali a Bruxelles nella prima fase della pandemia quell’apprensione è diventata ammirazione“, ha detto Di Maio.
Il ministro degli Esteri poi è entrato anche in alcuni aspetti della sua vita personale, trattati nel suo libro di recente uscita ‘Un amore chiamato politica’. In particolare, si è espresso sul rapporto con il padre: “Con lui non ho avuto un rapporto semplice, era un bersagliere, veniva dal Msi. Ho ricevuto un’educazione da caserma, molto rigida. Era uno che non diceva mai ‘bravo’, ma piuttosto ‘hai voluto la bicicletta? Mo’ pedala’. Oggi lo ringrazio“.
“Premier, ministro della Salute e commissario all’emergenza hanno ben chiaro cosa fare. Il green pass era l’unico strumento che avevamo per non fermare di nuovo l’economia“, ha affermato poi Di Maio a proposito della situazione sanitaria. “Sono preoccupato per i contagi in vista del Natale“, ha aggiunto il Ministro degli Esteri.
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“Noi faremo tutto quello che serve per lasciare aperto il Paese. Se la comunità scientifica mi dice che dobbiamo farci la terza dose, noi lo facciamo, siamo pronti“, ha concluso il ministro, prima di tornare sulle minacce ricevute dall’Isis: “Non ci facciamo intimorire da una rivista“, ha chiosato Di Maio.
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