La situazione al confine Bielorussia-Polonia sta esplodendo. E’ nelle ultime 72 ore che le cose sono precipitate, con la Bielorussia che ha aumentato la sua pressione su Polonia e Unione Europea. Le immagini ESCLUSIVE dell’inviato di Free.it tra boschi dove vivono migliaia di profughi.
Questa mattina alcuni migranti hanno “sfondato” il confine, oltrepassando la rete metallica che separa la Polonia dalla Bielorussia. In particolare nel villaggio di Bialowieza, centinaia di persone hanno valicato la linea di confine e si sono riversati nella foresta. Proprio lì, a due passi dal quartier generale della polizia militare di frontiera di Varsavia. Bialowieza, infatti, è l’ultima cittadina polacca prima dell’inizio del territorio bielorusso ed da settembre è completamente blindata. Solo i residenti possono entrare. Ora che in centinaia di profughi sono arrivati proprio in quel punto, la tensione è cresciuta. Oggi una cinquantina di arresti.
Ma la vera emergenza è umanitaria, oltre che politica. Da lunedì, la Bielorussia ha spinto e accompagnato con bus e navette migliaia di migranti proprio al confine polacco e ha ammassato lì queste persone. Donne, uomini, bambini, che sono al gelo senza acqua, senza cibo e senza vestiti adeguati alle temperature rigide già sotto zero. Il presidente polacco Andrzej Duda ha disposto sulla linea di confine circa diecimila soldati, per gestire la situazione. La tensione è alimentata dai soldati bielorussi che sparano in aria per generare panico. In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it un’attivista della Ong Ocalenie Foundacja ci racconta: “Ci sono migliaia di persone accampate e i soldati ci stanno impedendo di portare soccorsi. La situazione è drammatica e queste persone vengono usate come armi. Spostate, maltrattate, bloccate, da un Paese all’altro, come fossero proiettili di una guerra politica. E’ inaccettabile”. La Ocalenie Foundacja sta gestendo l’emergenza ormai da agosto.
Migranti al confine Bielorussia-Polonia, “migranti usati come armi”
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Da quando il presidente Aljaksandr Lukašėnka ha permesso che arrivassero a Minsk voli da Turchia, Egitto e Iraq. I trafficanti di uomini hanno colto al volo “l’affare” e hanno messo su agenzie di viaggio in grado di offrire pacchetti all inclusive: visto turistico e volo. Poi pochi passi e si è in Europa. Peccato che in realtà i confini europei siano blindati. Esattamente quando in Bielorussia hanno iniziato ad arrivare migranti, il governo polacco ha alzato il livello d’attenzione. Dal 2 settembre, infatti, è in vigore lo stato d’emergenza in un corridoio largo 3 km che corre lungo tutto il confine con la Bielorussia. Nonostante la presenza della polizia di frontiera e dei militari, però, l’arrivo dei migranti, trasportati al confine dai soldati di Minsk, non si è mai arrestato.
Nelle foreste, rimbalzati come palline da tennis, ci sono ormai da mesi migliaia di cittadini siriani, afghani, pakistani, somali. In condizioni disumane, senza alcuna via d’uscita. “Questi migranti provano ad attraversare il confine ma vengono puntualmente respinti”, racconta a Free.it la volontaria della Ong, che da mesi va nella foresta a portare aiuti. “Restano intrappolati lì e sperano di morire”. La situazione è andata avanti così fino a lunedì, quando il premier bielorusso Lukašėnko ha deciso di alzare la posta e ha portato al confine migliaia di persone, in massa. Lo raccontano queste immagini ESCLUSIVE girate dalla nostra inviata Bianca Senatore.
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Le accuse della Polonia alla Bielorussia
Il messaggio del premier polacco, Mateusz Morawiecki all’Unione Europea è chiarissimo. “E’ necessario intervenire con azioni concrete: dobbiamo bloccare i voli dal Medioriente per la Bielorussia e concordare nuove sanzioni contro il regime di Alexander Lukashenko” dice. Morawiecki questa mattina ha incontrato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Ciò che stiamo affrontando in questo momento è una manifestazione del terrorismo di Stato. Gli eventi degli ultimi giorni sono un test per la Polonia e per l’Ue”, hanno concordato Morawiecki e Michel.
La situazione è in evoluzione e il rischio è una escalation della crisi umanitaria in atto. Anche la Germania della Merkel e l’Unione Europea chiedono di fermare una situazione tragica in quel pezzo di terra, lembo orientale dell’Europa.