Contrariamente a quanto era trapelato ieri pomeriggio, la Manovra di bilancio non tornerà al tavolo del Consiglio dei Ministri. Lo ha fatto sapere questa mattina il Presidente del Consiglio Draghi. Sarà il Parlamento a discuterne e decidere sul Reddito di Cittadinanza. Un nodo è più politico o più economico? In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it, lo spiega l’economista Prof. Paolo Manasse.
Il testo della Legge di bilancio, così com’è, passa direttamente al vaglio del Parlamento. Anche se in ritardo rispetto al calendario che era stato stabilito. Non ci sarà nessuna ulteriore revisione del Consiglio dei Ministri, lo ha detto questa mattina il presidente Draghi. Restano i nodi da sciogliere sul Reddito di cittadinanza e su Quota 100. Su entrambi i punti non è ancora stato trovato un accordo nella maggioranza. Soprattutto sulla questione Reddito di cittadinanza. Come si sta muovendo il governo? In ESCLUSIVA al quotidiano online Free.it lo spiega l’economista e docente all’Università di Bologna, il Prof Paolo Manasse.
Professore, che idea si è fatto sulla Manovra e sullo scontro politico sul Rdc?
“Credo che la direzione del Governo sia ragionevole in questo momento. Questa è una manovra in equilibrio rispetto alla situazione attuale, anche se restano dei correttivi da fare. E trovo sia corretto lavorare sul Reddito di cittadinanza, uno strumento che potenzialmente può servire almeno per uno degli obiettivi, cioè quello di combattere la povertà. Si tratta di affinarne l’utilizzo sotto vari aspetti, per esempio quello di bloccarne gli abusi, correggerne il disegno”.
Una delle ipotesi è che il reddito sarà ridotto dopo il rifiuto di un primo lavoro..
“C’è un meccanismo che non funziona perfettamente ma che ha un valore di protezione sociale molto importante. Quindi sì, numeri alla mano, si sta provando a capire come migliorare questa misura. L’altra opzione su cui si sta discutendo è quella di ridurre il reddito a chi accetta un primo lavoro o concedere agevolazioni fiscali ai datori di lavoro che assumono i percettori del reddito. L’altro aspetto di questa misura che non funziona, infatti, è legato all’ingresso sul mercato del lavoro. Ritengo che con un solo strumento sia difficile raggiungere due obiettivi diversi: combattere la povertà, facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro, avvicinando domanda e offerta”.
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Secondo lei questi nodi sono più politici o più economici?
“I nodi sono più politici che economici. E’ chiaro che la misura ha una caratteristica assistenziale e alcuni partiti la combattano. Però essendo il cavallo di battaglia del Movimento cinque stelle non si può eliminare. Gli scontri politici, poi, inevitabilmente si intersecano su questioni di carattere finanziario. Per il Reddito di cittadinanza confermato il rifinanziamento da 1 miliardo di euro. Ma l’intera manovra è di 30miliardi, molto imponente. In ogni caso, come dicevo, è una manovra d’equilibrio che ha tutte le potenzialità per traghettare il Paese verso il 2023″.
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