Importante annuncio del ministro della Salute alla Camera sul tema della terza dose di vaccino, il cosiddetto richiamo. Nelle prossime settimane si allargherà la platea che potrà riceverlo.
“Dal primo di dicembre nel nostro paese saranno chiamati alla dose aggiuntiva anche le fasce generazionali tra i 40 e i 60 anni“. Lo hanno il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante un question time alla Camera dei Deputati. “Facciamo un ulteriore passo in avanti perché riteniamo che la terza dose sia un tassello essenziale della nostra strategia di contrasto al Covid“, ha sottolineato Speranza, in un contesto europeo dove la recrudescenza del virus è fortissima, a partire da Stati come la Germania e quelli dell’Europa Orientale. “Da settembre abbiamo osservato i primi segnali di perdita di efficacia del vaccino. Per cui è raccomandata una dose aggiuntiva per alcune categorie“, ha aggiunto il ministro.
Altro importante annuncio fatto da Speranza è quello del lavoro iniziato dal governo con Aifa e la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo per l’acquisto dei nuovi farmaci retrovirali prodotti da Merck e Pfizer. I farmaci, da prendere una volta contratta l’infezione (entro 5 giorni) potrebbero essere fondamentali per ridurre la pressione sui reparti ospedalieri. In particolare su quelli di terapia intensiva.
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Il ministro della Salute ha inoltre annunciato che l’83,77% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. Poi si è rivolto alle forze politiche, chiedendo di “non dividersi nel contrasto alla pandemia”. Rispondendo indirettamente alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che aveva chiesto al premier Draghi di rimuovere il ministro per il fallimento nella gestione dell’emergenza sanitaria. “Per Fratelli d’Italia l’unico atto che il ministro Speranza puo’ compiere per restituire credibilità alle nostre istituzioni, sono le sue dimissioni“, hanno poi ulteriormente controbattuto in Aula i deputati di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami e Salvatore Caiata.
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Infine, il ministro della Salute si è soffermato sul tema del Green Pass, e in particolare rispetto alla sua validità in relazione alla protezione vaccinale effettiva. “Il Cts ha affermato che la norma che ha consentito l’estensione da 9 a 12 mesi del green pass per i vaccinati è stata frutto di un’unica e univoca volontà parlamentare“, ha sottolineato Speranza, per cui “l’estensione del Green Pass fino a 12 mesi potrà essere rivista in futuro se emergeranno nuovi dati o studi“.
Ogni settimana l’Iss presenta un rapporto sull’efficacia dei vaccini e i dati consentono di aggiornare le indicazioni, ha inoltre spiegato Speranza. Che ha poi aggiunto sul tema del Green Pass per i guariti dall’infezione: “La durata per i soggetti guariti è di 6 mesi. Il governo intende avviare un percorso di approfondimento per acclarare se vi siano le condizioni per valutare diversamente il certificato verde rilasciato ai guariti”. Le evidenze suggeriscono, ha concluso Speranza, “che il rischio di reinfezione è basso se l’esposizione a variante si verifica entro 3-6 mesi dalla diagnosi iniziale“.
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