Boom di vaccinazioni in Austria dopo l’entrata in vigore della regola delle 2G. Per cui solo vaccinati e guariti negli ultimi sei mesi possono accedere a luoghi pubblici e attività sociali.
Da ieri in Austria è entrata in vigore la cosiddetta regola delle 2G. Geimpft e gensen. Cioè vaccinati e guariti negli ultimi sei mesi. Sono queste le uniche due categorie di persone ammesse in diversi settori della vita quotidiana. Da ieri ai non vaccinati è vietato entrare e consumare nei bar, ristoranti e pasticcerie. Non possono soggiornare negli hotel e nelle altre strutture ricettive e accedere ai luoghi di divertimento e svago. Vietato anche l’ingresso negli esercizi che offrono servizi di cura della persona, centri massaggi, estetisti e parrucchieri. Tutto questo per fronteggiare la quarta ondata che sta investendo il paese con contagi in forte crescita e terapie intensive occupate oltre il 50% (365 letti occupati su 659 disponibili).
E la misura pare stia dando i suoi frutti dato che nell’ultimo week end sono triplicate le vaccinazioni. Solo a Vienna 11 mila le nuove richieste di immunizzazione. Numeri importanti per un paese in cui l’incidenza nell’ultima settimana ha superato quota 600 casi ogni 100 mila abitanti. In cui aumentano le ospedalizzazioni e in cui le terapie intensive sono quasi interamente occupate da non vaccinati. In Austria la percentuale degli immunizzati è più bassa rispetto alla media europea: 64% contro il 67% UE.
4.000 agenti nelle strade e 800 poliziotti solo per le attività di controllo. Il Ministro dell’Interno austriaco Karl Nehammer ha annunciato un’intensificazione dei controlli nei prossimi giorni. Chi trasgredirà le nuove misure riceverà una multa di 500 euro, che salirà addirittura a 3.600 se a non rispettare le regole saranno negozianti o gestori di esercizi pubblici.
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Almeno fino al 14 novembre le persone non vaccinate potranno accedere al luogo di lavoro presentando certificato di negatività da tampone antigenico o molecolare.
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La regola delle 2G non si applica, inoltre, agli ospedali, alle case di cura, agli accompagnatori di donne in gravidanza, ai minori di 12 anni e agli scolari under 15.
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