La Chiesa cattolica in Francia dovrà vendere una parte dei beni immobiliari per raccogliere fondi da destinare a chi è stato vittima di pedofilia.
La scelta di vendere parte dei beni immobiliari è giunta dopo la riunione per la conferenza dei vescovi iniziata la scorsa settimana a Lourdes. Decisione presa dopo la pubblicazione del rapporto Sauvé che ha messo in mostra gli episodi di violenza. Tra il 1950 e il 2020 sarebbero avvenuti 216mila casi di pedofilia all’interno della Chiesa cattolica.
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Le indagini hanno evidenziato episodi di violenze sessuali compiute dai sacerdoti. Secondo il rapporto, i casi sarebbero saliti a 330mila, aggiungendo anche gli aggressori laici che lavorano negli ambienti della Chiesa cattolica. I risultati dell’inchiesta sarebbero stati consegnati all’episcopato francese: all’evento hanno partecipato anche le associazioni delle vittime.
Pedofilia, Chiesa in Francia vende beni per risarcire le vittime
Nel frattempo la Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa ha parlato di 330mila casi di violenza sessuale dal 1950 al 2020 da parte di religiosi, religiose o comunque persone vicine all’ambienta ecclesiale. Durante il confronto svolto a Lourdes sono state analizzate diverse questioni tra cui il pagamento per le vittime e un fondo di prevenzione/formazione.
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Dopo la pubblicazione del rapporto Sauvé i 120 vescovi riuniti hanno riconosciuto la responsabilità della Chiesa cattolica per i crimini sessuali compiuti da sacerdoti e religiosi dagli anni Cinquanta in poi. Una brutta pagina per la Chiesa cattolica che si contorna di numerosi episodi di pedofilia in oltre 70 anni. Adesso è tempo quindi di vendere parte degli immobili ecclesiastici per pagare i risarcimenti alle vittime degli abusi.