La gru volante ha trasportato i rottami della funivia, che pesano circa una tonnellata e mezza, al campo sportivo di Gignese. Quello che resta della cabina sarà poi trasferito nel capannone della Provincia al Tecnoparco di Verbania-Fondotoce.
Sono bastati pochi secondi all’elicottero Erickson S64 dei vigili del fuoco per sollevare quello che resta della cabina numero 3 della funivia Stresa-Mottarone. I rottami erano ancora tra gli alberi del fitto bosco a picco sul lago Maggiore. Dopo che il 23 maggio scorso la funivia è precipitata uccidendo 14 persone – l’unico sopravvissuto è il piccolo Eitan , di 6 anni – era stata lasciata sul posto. E solo adesso il relitto è stato portato a valle e potrà essere analizzato.
Il velivolo ha sollevato il carico – che pesa circa una tonnellata e mezza – e lo ha trasportato al campo sportivo del vicino paese di Gignese. La parte più voluminosa, che comprende il carrello e la testa fusa, conficcata nel tronco di un abete, è già stata caricata su un grosso camion dei vigili del fuoco. Insieme a tutti gli altri pezzi sarà portata nel capannone della Provincia al Tecnoparco di Verbania-Fondotoce.
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Tutto è iniziato un paio di giorni fa. I vigili del fuoco, dopo aver sezionato ed imballato con grandi teli bianchi le parti della cabina di maggiori dimensioni, hanno portato via i pezzi più piccoli. Hanno raggiunto la zona con i mezzi 4×4 e avevano tolto dall’area del cantiere anche tutto ciò che avrebbe potuto intralciare le operazioni. Con i vigili del fuoco hanno collaborato anche gli uomini del comando provinciale dei Carabinieri diretti dal tenente colonnello Alberto Cicognani.
Anche la procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, ha assistito alla delicata procedura.“Siamo alla giornata più significativa dell’indagine“, ha detto sottolineando come sia stato “un momento doloroso perché riporta tutti noi a quel 23 maggio. Vedere portar via i resti è per noi un momento difficile. Nessuno lo può dimenticare”.
Adesso i rottami della funivia saranno a disposizione dei periti della Procura e delle difese e si aprirà una nuova fase dell’indagine. Finora è stato accertato che l’utilizzo dei ‘forchettoni’ ha impedito al freno di emergenza di entrare in funzione, ma non e’ ancora stata stabilita la causa della rottura del cavo.
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