In queste ore i partiti stanno preparando testi alternativi ed emendamenti alla Legge di Bilancio 2022. La Manovra dovrebbe arrivare in aula nel fine settimana, ma intanto ci sono ancora molti scogli da superare. In ESCLUSIVA alla redazione di Free.it, il parere dell’economista Carlo Cottarelli.
La Manovra arriverà in Senato tra venerdì e sabato, al più tardi inizio settimana prossima. Ma intanto i nodi da sciogliere agitano ancora i partiti. La maggioranza è spaccata, soprattutto su Quota 100 e sul Reddito di Cittadinanza, e ci si aspetta una pioggia di emendamenti. Su questa Manovra firmata dal Premier Mario Draghi, in ESCLUSIVA alla redazione di Free.it, il commento di Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano.
Qual è il suo giudizio complessivo?
“Penso che questa Manovra rappresenti un graduale ritorno verso un situazione pre-Covid. Vuol dire che la finanza pubblica continua a dare un supporto all’economia, ma non così forte come quello del 2021, perché ce n’è meno bisogno. Non serve più un supporto tanto imponente, l’economia si sta normalizzando. Però poi si può discutere su quanto gradualmente si deve eliminare questo supporto. Con un deficit previsto del 5,6% è chiaro che non c’è bisogno di un contributo robusto. Ma non è che si può tornare di botto alla situazione pre-Covid, quando nel 2019 avevamo un deficit del 2,6%. Non ci puoi tornare subito, ci vuole gradualità. Ecco, io dico che questa è una Manovra di compromesso”.
Per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza, cosa pensa dell’eventuale rifinanziamento?
“Anche lì, si sono messi dei correttivi, adesso si vedrà. Io credo che sia una misura che è valida ma la riforma è ancora parziale. E’ chiaro che con il deficit al 5,6% si copriranno le spese per il rifinanziamento ma, ripeto, è ancora una riforma parziale”.
E su Quota 100 cosa pensa, invece?
“Il Governo vuole tranquillizzare i sindacati, quindi se ne discute. Ma credo che si andrà verso una situazione pre- Quota 100 già tra un anno. In questo momento l’obiettivo è evitare scontri. Per questo dico che questa è una Manovra di compromesso, perché si è evitato lo scontro per timore di destabilizzare l’economia. Il problema si riproporrà tra un anno. E allora non ci saranno scappatoie”.
Nel complesso, la valuta negativamente questa Manovra?
“No, assolutamente. Dico solo che è una Manovra che rimanda a data da destinarsi una serie di nodi. Le pensioni, appunto, ma anche gli ammortizzatori sociali, per cui sono stati stanziati 3 dei 7 miliardi previsti. Vedremo. Draghi sa che con una maggioranza così composta deve trovare una via di mezzo su molte questioni e tante sono state rimandate. Chissà quale maggioranza tra un anno dovrà occuparsi della prossima Manovra”.
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