Si terrà oggi pomeriggio il Consiglio federale della Lega. Che dopo il botta e risposta a distanza tra Matteo Salvini assume i contorni della resa dei conti. Sul tavolo il delicato tema del Quirinale e il posizionamento del partito sullo scacchiere europeo.
Un Consiglio federale diverso dagli altri. Quello che andrà in scena oggi pomeriggio non sarà il solito confronto in cui si analizzano le questioni territoriali e si studiano gli obiettivi a medio – breve termine. Il momento politico che sta vivendo la Lega impone che certe questioni non siano più rimandate. Due su tutte: l’accordo su una linea comune per quanto riguarda l’elezione al Colle e la collocazione internazionale del partito. Il punto di partenza sarà capire quanto sia salda la posizione di Matteo Salvini e quanto le dichiarazioni di Giorgetti a Bruno Vespa abbiano scombussolato gli equilibri interni.
“Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. E’ difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep“, aveva dichiarato Giorgetti.
Salvini ha convocato il Consiglio federale di oggi per ribadire, ancora una volta, che il partito lo dirige lui e che non è disposto a rinunciare a quella visione populista che aveva portato la Lega ad essere il primo partito in Italia.
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Lega, Salvini vede Orban e Morawiecki
E se Giancarlo Giorgetti vede la Lega nel Partito Popolare Europeo, Salvini vede Orban e Morawiecki con cui programma un grande gruppo della destra europea, magari anche con la francese Marine Le Pen. I due sono divisi anche sulla questione riguardante l’elezione del Prossimo Presidente della Repubblica. L’uscita di Giorgetti su Draghi al Colle e sul semipresidenzialismo de facto non è andata giù a Matteo Salvini, che almeno a parole, continua a puntare su Silvio Berlusconi. Il Congresso federale di oggi sarà l’occasione di riassestare un partito entrato in confusione dopo le critiche di Giorgetti. Ma la sensazione è che dietro il confronto sul Quirinale si celi l’obiettivo di una resa dei conti interna, non più procrastinabile.