E’ arrivata questa mattina la sentenza del Tribunale di Napoli sul caso Whirlpool. Rigettato il ricorso per condotta antisindacale presentato da Fiom, Film e Uil nei confronti dell’azienda statunitense. Al via i licenziamenti di 320 lavoratori dello stabilimento campano.
“Deve ritenersi che non sia espressione di antisindacalità. Si tratta di estrinsecazione del diritto di libertà di iniziativa economica previsto in Costituzione che, sebbene possa subire limiti per esigenze di carattere sociale, non può essere vincolato se non per volontà dell’avente diritto”. Così il Tribunale di Napoli ha rigettato il ricorso presentato da Fim, Fiom e Uilm per condotta antisindacale di Whirlpool. La sentenza rende, in questo modo, lecito il licenziamento di 320 lavoratori a seguito della chiusura dello stabilimento di Via Argine.
Già nella giornata di ieri l’azienda aveva cominciato ad inviare lettere ai propri dipendenti, in cui comunicava l’intenzione di procedere con la chiusura dello stabilimento, e con i conseguenti licenziamenti. Contestualmente aveva confermato l’incentivo di 85mila euro, fino a fine novembre, per l’esodo volontario con trasferimento presso il sito di Cassinetta a Varese.
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Caso Whirlpool, i lavoratori: “Multinazionale senza rispetto per cittadini e Istituzioni”
“La multinazionale, dopo nemmeno sei mesi, si sottrae ad un accordo firmato con il governo ad un tavolo ministeriale, dimostrandosi senza valori, senza rispetto per cittadini, per i lavoratori e per le istituzioni“, hanno dichiarato ieri i lavoratori della Whirlpool in una nota. Già da stamattina era trapelata la notizia e intorno alle 8,30 è arrivata la doccia gelata. A poche ore dall’inizio dell’Assemblea convocata dai Sindacati allo stabilimento di Via Argine, il Giudice del Lavoro di Napoli Maria Rosaria Lombardi ha dato ragione alla multinazionale statunitense, spegnendo le residue speranze di mantenimento dei livelli occupazionali.