Prosegue il confronto interno alla Lega. Dopo il conflitto per le amministrative ancora tensione tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Il motivo? Le dichiarazioni rilasciate dal numero 2 del Carroccio nell’intervista contenuta nel nuovo libro di Bruno Vespa sulla delicata questione della corsa al Quirinale.
Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, le due anime di una Lega ancora una volta alle prese con dissidi interni. Il primo incontra a Pistoia Bolsonaro e vede Berlusconi al Quirinale. Il secondo vuole la Lega nel Partito Popolare Europeo e sogna Draghi Presidente della Repubblica. Dopo gli attriti pre e post amministrative, Giorgetti aveva scaricato pubblicamente i candidati Sindaci di Roma e Milano, nuovi dissapori.
Già, perché le dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo Economico rilasciate nell’intervista contenuta nel nuovo libro di Bruno Vespa “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)” non sono andate giù al Segretario leghista. “Non ci sono due linee. Al massimo, sensibilità diverse. Amando le metafore calcistiche, direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere”, ha dichiarato Giorgetti a Vespa.
Lo stesso Giorgetti aveva poi aggiunto: “Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. E’ difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep“, conclude. Nessuna reazione scomposta da parte di Salvini che ha risposto con una battuta: “Giancarlo mi paragona a Bud Spencer? A me piace il teatro“, spiega.
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Lega, Salvini convoca il Consiglio federale
Intanto Matteo Salvini ha convocato per domani un Consiglio federale: la vera risposta alle dichiarazioni di Giorgetti. Il segretario leghista illustrerà la propria linea e verificherà la compatibilità con quella degli altri dirigenti. Sotto questo punto di vista il confronto di domani rappresenta quasi una resa dei conti: occorrerà concordare una visione comune sulla questione Quirinale e inquadrare il posizionamento della Lega in ambito europeo. Salvini ha detto che voterebbe Draghi “anche domani” ma sa che Berlusconi conta sul suo appoggio. E ha più di una perplessità sul semipresidenzialismo di fatto.
Per quanto riguarda, invece, la collocazione tra i sovranisti il Segretario leghista non ha dubbi. E anzi, accelera sulla costituzione di un nuovo Gruppo di destra al Parlamento Europeo che riunisca membri del Partito popolare, dei Conservatori e di Identità e democrazia. Posizione che si discosta nettamente dai desiderata di Giorgetti. E, ancor di più, allontana la Lega dalla linea di Governo.