Il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha rilasciato diverse interessanti dichiarazioni a Bruno Vespa, in un’intervista contenuta nel nuovo libro del conduttore televisivo “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)”. Il libro uscirà il 4 novembre per Mondadori Rai Libri.
Sono numerose le parole da sottolineare da parte di Giorgetti. In particolare sulle tensioni con Salvini all’interno della Lega. “Non ci sono due linee. Al massimo, sensibilità diverse. Amando le metafore calcistiche, direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere”, dice l’esponente leghista a Vespa.
“Lei mi chiede”, puntualizza il titolare del Mise al conduttore di ‘Porta a Porta’, “se io e Salvini riusciremo a mantenere un binario comune. Continueremo a lavorare così finche’ il treno del governo viaggia veloce, altrimenti rischiamo noi di finire su un binario morto. Il problema non è Giorgetti, che una sua credibilità internazionale se l’era creata da tempo. Il problema è se Salvini vuole sposare una nuova linea o starne fuori”.
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“Se Salvini vuole istituzionalizzarsi in modo definitivo, deve fare una scelta precisa. Capisco la gratitudine verso la Le Pen, che dieci anni fa lo accolse nel suo gruppo. Ma l’alleanza con l’AfD non ha una ragione“, aggiunge Giorgetti a Vespa soffermandosi sui temi di politica estera.
E sull’ipotesi che la Lega possa entrare nel Ppe, il titolare del Mise afferma che una simile idea “non regge se la Cdu si sposta a sinistra. La Cdu deve ricrearsi una natura liberale, moderata e conservatrice”. Giorgetti ha in mente una Lega nel Ppe. Perché, come spiega a Vespa “io non ho bisogno di un nuovo posto. Io voglio portare la Lega in un altro posto”.
Questa scelta di non istituzionalizzarsi, secondo Giorgetti “non è ancora avvenuta perchè, secondo me, Salvini non ha ancora interpretato la parte fino in fondo. Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. E’ difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep. E non so che cosa abbia deciso”.
“Già nell’autunno del 2020 dissi che la soluzione sarebbe stata confermare Mattarella ancora per un anno. Se questo non è possibile, va bene Draghi“, dice Giorgetti a Vespa interpellato sulla corsa alla successione di Mattarella dei prossimi mesi.
Ma quale sarebbe a quel punto il futuro del governo? Per Giorgetti, non ci sarebbe nessun problema: “Draghi potrebbe guidare il convoglio anche da fuori. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto, in cui il presidente della Repubblica allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole”.
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