L’imprenditore è accusato di aver violentato due ragazze durante le feste della sua Terrazza Sentimento a Milano e ad Ibiza. Interrogato dopo la chiusura indagini dai pm, ha detto di aver iniziato 5 anni fa con la cocaina. Domani al via il processo a suo carico.
E’ stato 5 anni fa il primo, fatale, “incontro” con la cocaina. Da allora Alberto Genovese, imprenditore del mondo digital, non ne ha più saputo fare a meno. E’ questo che ha fatto mettere a verbale, l’8 ottobre scorso, davanti al procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella e ai pm Rosa Stagnaro e Paolo Filippini, che lo hanno indagato per violenza sessuale aggravata e sequestro di persona, e che lo hanno interrogato dopo la chiusura delle indagini. Due gli episodi contestati a Genovese: gli abusi e le sevizie su una 18enne a Milano e su una 23enne sua ospite per un week end ad Ibiza. Alle sue feste e durante le vacanze “tutti gli invitati facevano uso” di droga. La polvere bianca scorreva a fiumi a casa sua, l’attico vista duomo che gli amici avevano ribattezzato ‘Terrazza Sentimento’.
Sotto l’effetto della droga – ormai diventata un elemento cardine delle sue giornate – lavorava. E faceva sesso, tanto sesso, con le ragazze che andavano ai suoi droga party per “sballarsi” e divertirsi. Di quelle serate sfrenate ha parlato anche alla cugina, Giorgia B., 38 anni, a cui è legatissimo. E che ha raccolto le sue confessioni choc.
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Il sesso estremo nei racconti alla cugina Giorgia
Dei cambiamenti profondi di Genovese si è subito accorta la cugina Giorgia, figlia della zia materna del ‘re delle start up’. Lavorava con lui e ha una quota delle sue società. E la trasformazione del cugino la allarma.“Siamo come fratelli – ha raccontato in procura lo scorso 7 aprile -. Mi ha confidato di avere tante donne. Moltissime gli ronzavano attorno. So che lui faceva molti regali ed era molto generoso. Ricordo in particolare una borsa di Chanel. Mi aveva detto di averla regalata a una ragazza dopo un rapporto violento, forte.. e mi disse che io non avrei voluto avere un regalo di quel genere a quel prezzo. Qualche sua fidanzata si è anche auto-fatta dei regali, usando le carte di credito di mio cugino”.
Con Giorgia, Genovese si confida. E le racconta anche delle 20 ore di violenza nella notte 10 ottobre dello scoro anno, durante una festa a Terrazza Sentimento. L’imprenditore si era chiuso in camera con un ragazza appena 18enne, l’aveva stordita con un mix di droghe e aveva fatto di lei quello che voleva. “Mi ha detto di essersi reso conto di averle fatto male – racconta la cugina ai magistrati – . Ha cominciato a dirmi quello che le aveva fatto, ma io l’ho interrotto subito. Ricordo che eravamo a pranzo in un castello (…) a un certo punto hanno messo un lento e io mi sono commossa, perché era da tanto – gli ho detto – che mancavano occasioni del genere. Alberto mi ha risposto: ‘Bello tutto, ma lo sai che io mi voglio drogare e andare a letto con le tipe'”. Prima di allora, parlando di altre ragazze, “mi aveva detto cose tipo ‘l’ho uccisa’, ‘l’ho ammazzata’”.
Dai droga party al processo per Genovese
Anche se tutte sapevano dei suoi gusti sessuali, Genovese era sempre circondato di donne giovani e bellissime. “Tornavano sempre – racconta la cugina – per cui deduco che andasse loro bene cosi… gli si buttavano ai piedi, facevano a gara tra loro per andare insieme a lui… ero molto stupito della naturalezza con cui le ragazze gli si offrissero”. Giorgia ha parlato anche della violenza ad Ibiza, per la quale è accusata anche l’ex fidanzata di Genovese, Sarah B. La vittima è una 23enne che era ospite con altri amici a Villa Lolita, la residenza dell’imprenditore sull’isola. “Sono venuti due del gruppo a chiedere acqua e zucchero per una persona che stava male“, riferisce Giorgia. E quando lei chiede cosa sia successo, “mio cugino mi ha risposto che andava tutto bene. Durante quella vacanza consumavano droghe in grande quantità. Frequentando Alberto nel tempo ho cominciato a riconoscere alcuni segnali che indicavano il consumo delle sostanze e i loro effetti su di lui”.
Dalle feste all’arresto, nel novembre di un anno fa, ci è voluto poco. Poi per Genovese si sono aperte le porte di una struttura in provincia di Varese, dove si sta curando per la sua dipendenza. Domani per lui inizierà il processo davanti al gup Chiara Valori.