Cop26 Glasgow, prima giornata: ecco le parole dei leader

Prima giornata di lavori alla Cop26 di Glasgow, appuntamento decisivo di fronte alla crisi climatica e alla necessità di dare un seguito positivo agli accordi di Parigi del 2015. Oggi hanno preso parola numerosi tra i principali leader globali. Parole dure dai leader dei paesi più a rischio, rappresentati dalla premier delle Barbados Mia Mottley.

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Cop26 Glasgow, prima giornata: ecco le parole dei leader

L’urgenza di agire domina gli interventi dei leader, che invitano a rispondere alle mobilitazioni dei giovani e ad essere ancora più ambiziosi rispetto agli accordi già siglati. Ma al di là delle parole dei capi di stato e di governo, il sentimento generale che si respira a Glasgow è la paura del fallimento. Che renderebbe vana una delle ultime occasioni per invertire la rotta e attuare politiche decisive in materia di crisi climatica.

Cop26, Johnson: “Dobbiamo agire ora o sarà troppo tardi”

Il padrone di casa, il premier del Regno Unito Boris Johnson, ha citato Greta Thunberg: “Abbiamo ancora un minuto prima della mezzanotte, dobbiamo agire ora o sarà troppo tardi. Basta con il ‘blablabla’”. L’ex sindaco di Londra ha poi fatto un’incursione nella cinematografia scozzese, per lanciarsi in una metafora: “Il personaggio più famoso di questo Paese che ci ospita è James Bond. Oggi noi leader mondiali siamo come James Bond che deve affrontare la fine del mondo. Il problema è questo non è un film, e la fine del mondo è un pericolo reale”. Per Johnson, infine bisogna ragionare sul fatto “le tecnologie, le idee, i finanziamenti ci sono, ma quello che serve è la buona volontà“.

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Cop26, Guterres: “Siamo di fronte alla catastrofe naturale”

Per il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, intervenuto alla conferenza di apertura del summit scozzese, “siamo di fronte alla catastrofe naturale”. “È giunto il momento di dire addio al carbonio. Abbiamo l’impressione di essere sulla buona strada ma è soltanto un’illusione”, ha aggiunto il politico portoghese. Per cui “il fallimento non è un’opzione. I piccoli stati insulari in via di sviluppo stanno vivendo il cambiamento climatico. Per loro, il fallimento è una condanna a morte”.

Cop26, Draghi: “Ascoltare i giovani”

Intervenuto a Glasgow anche il premier italiano Mario Draghi, per il quale -in merito ai lavori del summit scozzese – “Le generazioni future ci giudicheranno per ciò che otteniamo o che non riusciamo a raggiungere”. Draghi ha poi lanciato un appello ad ascoltare i giovani, citando anche le date italiane di mobilitazione delle scorse settimane: “Negli ultimi anni i giovani hanno portato l’agenda climatica nel dibattito politico. Sono stati il centro anche nella Pre-Cop a Milano e qui a Glasgow dobbiamo renderli orgogliosi”, ha sottolineato il premier.

Boris Johnson
Cop26, Johnson: “Dobbiamo agire ora o sarà troppo tardi”

Cop26, Biden: “Ridurremo emissioni entro il 2030”

“Nella lotta ai cambiamenti climatici nessuno può farcela da solo, agire è nell’interesse di tutti”, ha invece affermato il Presidente Usa Joe Biden. “Dobbiamo investire nell’energia pulita, ed è quello che faremo negli Usa, ridurremo le emissioni entro il 2030”, ha sottolineato Biden. Per poi aggiungere che “questo è il decennio decisivo sul clima, e la finestra si sta chiudendo rapidamente. Faremo quello che è necessario o faremo soffrire le future generazioni?”. Biden si è poi scusato per le politiche climatiche adottate dall’ex presidente Donald Trump: “Chiedo scusa per il fatto che gli Stati Uniti sono usciti dall’accordo di Parigi mettendoci in una situazione difficile”.

Cop26, Xi Jinping: “Cresce urgenza azione globale”

Anche il presidente cinese Xi Jinping ha preso parola, sebben non dal vivo. Xi ha inviato infatti una dichiarazione scritta. Nella quale ha invitato tutte le parti attive nella discussione di Glasgow “a intraprendere azioni più forti per affrontare insieme la sfida climatica”. Il leader della Repubblica Popolare Cinese ha poi aggiunto che oggi gli effetti negativi del riscaldamento globale “sono sempre più evidenti”. “L’urgenza di un’azione globale continua a crescere”, ha concluso Xi.

Cop26, Mia Mottley (Barbados): “Due gradi in più sono condanna per noi”

L’impatto della crisi climatica è notevole soprattutto in alcune aree del mondo. Lo ha ribadito ancora una volta Mia Mottley, premier della Barbados, affermando come un eventuale aumento di due gradi della temperatura del pianeta sarebbe “una condanna a morte per il popolo di Barbuda, di Antigua, delle Maldive, della Dominica, del Kenya e del Mozambico, e per il popolo di Samoa e delle Barbados”. Mottlet ha poi invitato la comunità internazionale a prendere decisioni rapide. Sottolineando innanzitutto che “le banche centrali dei Paesi più ricchi hanno speso 25mila miliardi di dollari per il Quantitative Easing negli ultimi 13 anni. Se li avessimo usati per finanziare la transizione energetica, per cambiare il modo in cui mangiamo e ci muoviamo, avremmo raggiunto già oggi il limite di 1,5 gradi che per noi è vitale”.

Cop26, Macron: “Essere più ambiziosi per essere credibili”

“Durante i prossimi 15 giorni a questa Cop26 i grandi produttori di emissioni, le cui strategie nazionali non sono in linea con i nostri obiettivi, che prevedono un aumento delle temperature che non superi 1,5 gradi, devono mostrarsi piu’ ambiziosi”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, che ha affermato come questo sia “il solo modo per tornare ad essere credibili”.

 

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